L’INVISIBILE FRANCO LINO LENARDUZZI: QUANTO HANNO FATTO SINO AD ORA LE ISTITUZIONI

l'invisibile Franco Lino Lenarduzzi

Avevamo promesso che avremmo riparlato del caso di Franco Lino Lenarduzzi e che, se ci fossero stati riscontri positivi o negativi, avremmo informato i nostri lettori.
Cos’è successo dal 29 novembre, giorno in cui abbiamo pubblicato il primo articolo sulla sua vicenda (v.qui)?
Nulla.
E dell’appello fatto dal Messaggero Veneto di domenica 8 dicembre 2013, dove si chiedeva un alloggio almeno per le festività natalizie?
Ancora nulla.

articolo uscito sul Messaggero Veneto di Domenica 8 dicembre 2013

articolo uscito sul Messaggero Veneto di Domenica 8 dicembre 2013

Sul nostro sito abbiamo avuto qualche messaggio di solidarietà, sincero e gradito, ma anche pesanti critiche nei confronti della persona di Lenarduzzi.
Non importa per queste ultime, nessun cittadino è obbligato a dare se non lo ritiene giusto.
Non condanniamo nessuno: esiste il giudizio divino…
Quello che invece ci fa veramente imbestialire, è la totale assenza di aiuti da parte di quelle istituzioni preposte ad aiutare chi si trova in difficoltà.

Né il Sindaco, né gli assistenti sociali di Manzano, hanno avanzato una proposta tale da portare via il Lenarduzzi dal bivacco sul fiume Natisone.
Anzi, non si sono fatti proprio vedere.
Gli unici che fanno pellegrinaggio al suo pseudo domicilio sono frati e uomini di Chiesa, che portano qualche parola di conforto e forse qualche bene di prima necessità.
Tutto questo però non basta a ridare dignità a una persona che, lo ricordiamo, non vuole assistenzialismo gratuito, perché lui vuole pagare la sua agognata abitazione, se si tratta di un affitto che si possa permettere.
La sua è una battaglia che noi di Friuli Contro La Crisi appoggiamo e se sarà possibile porteremo, come già scritto sul Messaggero Veneto, alla Presidenza della Regione.
Nel frattempo però Lenarduzzi continua a dormire al freddo e qualche giorno fa ha dovuto ricorrere al ricovero in ospedale per un principio di broncopolmonite.
Ma siccome il Lenarduzzi non vive nell’oro e anche quelle poche centinaia di euro che si guadagna lavorando gli servono, non avendo diritto alla cassa malattia, ha lasciato l’ospedale per tornare al lavoro.
Chi ha scritto male sul suo conto, adesso si faccia un bagno di umiltà e rifletta.

Crediamo che non serva aggiungere altro, se non un in bocca al lupo al nostro sfortunato ma combattivo amico.
A presto.
Giovanni Coss

PROPOSTE SERIE, NON SLOGAN PUBBLICITARI.

articolo uscito sul Messaggero Veneto  di Domenica 8 dicembre

articolo uscito sul Messaggero Veneto di Domenica 8 dicembre 2013

Amici, ci stiamo muovendo.
Quello che facciamo non è solo per dare una mano alle singole persone: noi vogliamo che le istituzioni pubbliche, che esistono per i cittadini e grazie ai cittadini, si attivino per creare delle vere risposte sul territorio alla crescente crisi economica, una crisi spaventosa di cui conosciamo l’inizio nella nostra regione, da un paio d’anni a questa parte, ma di cui purtroppo non si intravede la fine.
Prima che sia troppo tardi, uniamoci, noi cittadini, e facciamo sentire la nostra voce.
Per questo, se siete in difficoltà per motivi legati alla mancanza o alla scarsità di lavoro e di reddito o se siete stati lasciati soli da un welfare ormai inesistente, non esitate a mettervi in contatto con noi: scriveteci a [email protected] e formate assieme a noi un gruppo sempre più numeroso, sempre più grande, sempre più forte.
Solo così potremo giungere a cambiare veramente più di qualcosa.
Inoltre, un altro elemento fondante della nostra azione è il voler proporre idee e possibili soluzioni non in modo demagogico e superficiale, come spesso avviene, ma costruendo in modo serio e strutturato le proposte da rivolgere alle istituzioni.
Noi non diremo mai: “Ecco, l’idea è questa, più o meno. Adesso fate voi, se volete.”
Sarebbe troppo facile, per noi e per loro: noi presentiamo proposte chiare e articolate fin nei dettagli.

Articolo uscito sul Messaggero Veneto di domenica 8 dicembre 2013

Articolo uscito sul Messaggero Veneto di domenica 8 dicembre 2013

Noi non siamo a caccia di voti e di facile consenso, non abbiamo bisogno di persone da prendere per il naso, mostrando loro che “facciamo” ( anche se magari in realtà si fa solo demagogia ) ma vogliamo rappresentare la parte di cittadini che non si ferma all’apparenza ma che vuole andare alla sostanza delle cose.
Se volete essere con noi, vi aspettiamo.
Avanti Sempre.
Renato Valusso

CAMBIARE: SOLUZIONI SEMPLICI ED EFFICACI AL POSTO DI UNA BUROCRAZIA ANTIUMANA.

Articolo pubblicato dal Messaggero Veneto del 5 dicembre 2013. Articolo scritto dalla giornalista Rosalba Tello

Articolo pubblicato dal Messaggero Veneto del 5 dicembre 2013.
Articolo scritto dalla giornalista Rosalba Tello

Prendendo lo spunto dalla vicenda di Franco Lino Lenarduzzi, il 53enne che dal mese di luglio scorso è costretto a vivere in una tenda in riva al Natisone a Case di Manzano, di cui ci siamo già occupati in un altro post (v.), noi di FCLC vogliamo aprire un dibattito rivolto a cittadini e istituzioni che è anche occasione per preannunciare una nostra proposta, per ora in fase di ideazione, ma che ci impegneremo per far diventare proposta di legge.
Abbiamo visto che Lenarduzzi, malgrado viva di lavori precari (che difficilmente potranno trasformarsi presto in una occupazione stabile, vista l’attuale situazione di crisi economica e l’età dell’uomo) e sia privo di una dimora, non possiede i requisiti di legge per accedere all’assegnazione di una casa ATER.
Partiamo dal presupposto che chiunque ha necessità di un lavoro per potersi mantenere e di una casa per vivere normalmente (per casa non intendiamo una stanza, che può andare bene per un periodo limitato di tempo ma certo non per tutta la vita) e che stiamo parlando di cittadini disponibili a impegnarsi per pagare tutte le spese.
Ora, la società si regge essenzialmente sul lavoro dei cittadini; la società è formata dall’insieme dei cittadini.
Lo Stato è, in sintesi, l’espressione istituzionale di questa società; né avrebbe alcun senso uno Stato separato e lontano dalla cittadinanza, senza la quale esso stesso non potrebbe esistere.
La domanda che poniamo è questa: perché complicare inutilmente le cose, fino a assistere a simili aberrazioni? fino al punto che, se anche fai fatica a mettere assieme il pranzo con la cena e non hai un posto dove abitare, per lo Stato, la Regione o il Comune non possiedi i “requisiti” per accedere a quattro pareti? mentre magari, e capita spesso, altri meno svantaggiati ricevono aiuti e agevolazioni?
Lo stesso discorso vale per quanto riguarda il lavoro: perché un Comune o una Provincia o una Regione non devono avere gli strumenti per poter intervenire con tempestività in casi di conclamato bisogno, anziché doversi attenere per prassi a graduatorie i cui criteri sono spesso così “barocchi” da privilegiare chi magari poi tanto bisogno non ha (vedasi il caso di chi percepisce l’assegno di mobilità contrapposto a quello di chi non percepisce nulla, ecc.)?
Anche per queste situazioni Friuli Contro La Crisi ha in cantiere alcune proposte chiare e semplici.
Urgono degli interventi a livello legislativo, per modificare e semplificare gli assurdi iter burocratici che servono ormai esclusivamente a mantenere una burocrazia parassitaria e nemica dell’uomo e del cittadino.
Una vera democrazia non vive di sterili cartacce ma di fatti concreti e al servizio dei cittadini.
Cogliamo l’occasione per lanciare un appello, dalle pagine di questo blog: se fra chi ci legge c’è un legale, un funzionario pubblico che non ha paura della disapprovazione delle “alte sfere”, un cittadino orgogliosamente tale che ritiene di possedere le competenze tecniche e giuridiche per poterci coadiuvare nell’estensione di una proposta di legge mirata a rendere più semplice e veloce l’assegnazione di alloggi popolari e comunali ai cittadini in situazioni di grave e urgente necessità e a rendere facile e immediato l’accesso al lavoro di persone bisognose e svantaggiate a causa dell’età o di altri fattori oggettivi, si faccia avanti.
Noi di Friuli Contro La Crisi aspettiamo persone di questo spessore per cominciare un’azione di vero cambiamento e per conferire una dignità democratica a questo povero Paese, di cui il Friuli fa parte, annichilito da leggi assurde e da una politica asservita esclusivamente ai quattrini.

Renato Valusso
Mauro Decorte
Giovanni Coss

IL CITTADINO TUTELATO: storie di ordinaria indifferenza

A cosa vi fa pensare questa foto?

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In molti potrebbero pensare a una dimora di fortuna in qualche paese sottosviluppato, oppure il rifugio di qualche extracomunitario giunto da poco in Italia.

E invece? Quando siamo andati a far visita alla persona che abita quella tenda da ben 5 mesi, non siamo andati molto lontano da Udine, ma a Manzano, località Case, nell’ex triangolo (d’oro) della sedia: dove prima c’era lavoro per tutti, ora si trova questo.
Un unico caso per fortuna, ma comunque inconcepibile nel 2013.
Se nel primo pomeriggio l’umido e il freddo si fanno sentire, non oso immaginare cosa possa essere trascorrere lì la notte. Quello che posso dire è che vedere simili situazioni fa male al cuore. Anzi, fa rabbia.
Lo sfortunato è un italiano, precario che ora non potendosi più permettere un tetto, si deve adattare a vivere sotto le stelle, malgrado le temperature rigide dell’inverno.
Il suo nome è Franco Lino Lenarduzzi, 52 anni, separato con due figli, due ragazzi di 12 e 16 anni.
La sua necessità quella di avere un alloggio dove poter stare con i suoi figli.
Ma il suo desiderio pare che non possa essere esaudito, perché come gli viene più volte detto non ha i REQUISITI per poter accedere a una casa popolare!
Va detto che Franco, pur vivendo di lavori occasionali, non chiede di avere tutto gratis: è più che disposto a pagare tutte le spese e un affitto modesto ma certamente non un canone di 500 o 600 Euro mensili.
Il massimo che gli offrono è l’albergaggio, ma nel comune di Premariacco, che lui rifiuta : non è una casa dove possa accogliere i suoi figli, troppo lontano da essi, soprattutto perché privo di mezzi economici e di trasporto. Quel poco lavoro che ha, lo trova solo a Manzano. Spostarsi da li significherebbe perdere pure quello.
Quindi aiuti concreti da parte delle istituzioni che dovrebbero tutelare un cittadino, stanno a zero.
Lui non ci sta e domenica 24 novembre per protesta pianta una tenda nella piazza di Manzano, dove il mercoledì si tiene il mercato: risposta del Sindaco, nonché colui che dovrebbe farsi carico dei problemi dei suoi cittadini ?
Sgombero della tenda e sanzione amministrativa di 50 Euro per occupazione di suolo pubblico.
Come sparare sulla Croce Rossa…..
Ok, non critichiamo il Sindaco per quello che ha fatto ( la legge è uguale per tutti ) ma ci vuole tanto per capire che il signor Lenarduzzi ha fatto questo perché spinto dalla disperazione?
E poi mi chiedo: ma i cittadini di Manzano hanno mai pensato o voluto aiutarlo in modo concreto? Come si fa a rimanere indifferenti di fronte a una situazione simile? Ma se capitasse a voi e tutti vi voltassero le spalle, come ci rimarreste?
Se già abbiamo uno Stato che non esiste, che non ci tutela e non c’è solidarietà tra noi, come possiamo essere definiti una popolazione civile? Per chi non lo avesse ancora capito, tra non molto ci saranno molti Lenarduzzi e se non cominciamo adesso a darci una mano, un sostegno, dopo resterete anche voi soli.
Chi dice “ tanto a me non può capitare “, non ne sia tanto sicuro. Ne è pieno il Friuli di gente così sicura che alla fine si è ritrovata in mezzo a una strada.
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Perchè se poi pensate di trovare aiuto nello stato e nelle sue istituzioni, vi sbagliate di grosso.
In ogni comune, piccolo o grosso, oggi l’italiano trova gli ostacoli e i diritti negati che ha trovato Lenarduzzi a Manzano.
E’ inutile andare al bar, criticare questo o quel politico e poi agire in egual modo, o no?
E se proprio non avete le possibilità economiche o non disponete di un posto dove poter accogliere il signor Lenarduzzi, almeno fate sentire anche voi la vostra voce e il vostro sdegno per quello che sta vivendo il vostro sfortunato concittadino.
E’ chiedere troppo? Siamo tutti uniti per l’Udinese o quando gioca la nazionale italiana e credo lo si potrebbe fare anche in questo caso.
Credo che anche Franco Lino Lenarduzzi abbia il suo sacrosanto diritto alla dignità, a una sua pur piccola e modesta casa e a non essere abbandonato a se stesso.

Spero al più presto di poter scrivere ogni bene su un vostro slancio di solidarietà, sia da parte delle istituzioni ulteriormente sollecitate, ma soprattutto dei cittadini che conoscono anche solo di vista il signor Lenarduzzi.

Chi vivrà vedrà.
Giovanni Coss

www.facebook.com/friulicontrolacrisi

POPULISTA ? NO, INCAZZATO NERO !!!

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Oggi se critichi la casta, sei populista. Se critichi l’Europa, sei populista.
Se critichi l’Euro, sei populista. Se critichi le riforme ammazza stati, sei populista.

A) Criticare la casta.
Ascolto un’intervista alla presidente della camera Boldrini:alla domanda di una giornalista della 7 che le chiede se faranno i tagli alla politica questa risponde:”Faremo quei tagli che non ledano la dignità dei parlamentari.”
Ledere la dignità dei parlamentari? Cioè si preoccupa dei parlamentari e quando sono tutti riuniti se ne infischiano di milioni di cittadini la cui dignità è stata buttata alle ortiche? Sono populista? No, incazzato nero !!!

 B) Criticare l’Europa. 

Guardo cosa era il mio Paese prima dei trattati europei, prima che entrasse in circolazione l’Euro e… non riconosco più il mio Paese. 

Migliaia di capannoni deserti, gente che vaga per strada in cerca di uno straccio di lavoro, intere famiglie rovinate. Mi chiedo: ma cosa serve tutta questa Europa ? Sono populista? No , incazzato nero !!!

C) Criticare l’Euro.
Euro, vale a dire strumento utilizzato per indebitare le nazioni, rendere i popoli schiavi, leva per imporre riforme.
Sì, leva per imporre riforme, perché niente riforme = niente prestiti.
Niente acquisti di armi inutili, niente prestiti.
L’Euro, moneta che non appartiene a nessuna nazione, bensì a una banca privata, la BCE.
Ci hanno imposto di non stampare denaro, ma titoli di stato, da scambiare nelle banche private che ricevono Euro dalla BCE all’1% di interessi e ce lo riprestano al 4-6 % . . .
Alle aziende va un po’ peggio perché gli interessi ammontano dal 10% in su.
Insomma, titoli di stato e moneta: entrambi promesse di pagamento, solo che la prima ammazza una nazione, l’altra, se sovrana, salva i popoli.
Sono populista? No, incazzato nero !!!

 

D) Criticare le riforme.
Articolo 18, non certo modificato per rendere il lavoro più flessibile e neppure disegnato per la piccola e media impresa. Ma per chi allora? Ma per le multinazionali, i grossi gruppi industriali, per le aziende di stato privatizzate. Eh sì, molto più facile per vendere, molto più snelle le ristrutturazioni, molto più ricattabili i lavoratori.
Ottocento euro in busta paga vi devono bastare, se protestate siete fuori e non hanno problemi a sostituirvi vista la fila di disperati che c’è fuori.
Pareggio di bilancio: come impoverire una nazione in brevissimo tempo. Lo stato spende 100 e tassa per cento: non lascia ricchezza all’interno del circuito economico. Niente soldi, niente crescita, niente sviluppo, niente trend positivo del pil, niente di niente: solo miseria nera, chiusura delle aziende, niente gettito fiscale, privatizzazioni indiscriminate.
Sono populista? No, incazzato nero !!!

 Questi sono solo dei semplici esempi di come “ CI VUOLE PIU’ EUROPA” ha fatto sì che un Paese produttivo si trasformasse in uno zombie ( e il peggio deve ancora venire ).

Vedo gente che non ha la minima idea di cosa stia accadendo, che si mangia la sbobba scritta e trasmessa dai MEDIA DI REGIME ( forse non lo avete capito, ma siamo sotto dittatura ), che crede ancora agli annunci politici di una vicina ripresa economica ( è dal 2008 che la promettono e invece le cose ogni anno vanno peggio).

E questo non succede solo nella Milano da bere, nella Torino della Fiat o nel ricco triveneto ( ex ricco ) : succede qui, anche nel nostro Friuli Venezia Giulia. Non sono passati tanti anni da quando questa regione è riuscita a riscattarsi : nel ’68 eravamo il MEZZOGIORNO del Nord.
Erano gli anni in cui città come Pordenone cominciavano a crescere industrialmente, a dire la propria.
Il terremoto del 1976 ha dato, malgrado la tragedia, ulteriore slancio: la ricostruzione, lo sviluppo.
Negli anni successivi si sono viste aziende crescere, altre nascere.
E adesso? Basta farsi un giro nel Triangolo della sedia, per vedere decine se non centinaia di capannoni abbandonati, oppure occupati da cinesi che vendono ai loro connazionali tonnellate di merce a basso costo.
Ma chi prima occupava quei capannoni, che fine ha fatto?
Non si vedono, non si sentono. Nessuno che rivendichi il SUO lavoro. Silenzio assoluto. Ma quanti sono? Spero di scoprirlo.
Ci spostiamo più a ovest, nella ricca Pordenone, dove negli anni ’70-’90 si produceva, si vendeva, si guadagnava.
Anche lì, oggi, una marea di aziende chiuse.
Neppure il colosso Zanussi ha resistito: 4000 anime destinate alla disoccupazione in nome dei mercati.
Con loro, anche l’indotto seguirà la stessa sorte, gli stessi commercianti che forniscono queste famiglie.
Questo è il destino del nostro Paese se non faremo nulla per fermare questa mattanza.
Non si tratta di essere populisti , ma di essere incazzati neri e reagire.
Soprattutto capire chi e cosa vogliono da noi. Ne va della nostra vita, di quella dei nostri figli. Inutile nascondere la testa sotto la sabbia, far finta di non vedere, sperare che chi ha combinato volontariamente questo disastro, possa essere quello che può darvi le soluzioni.
Chi ci governa è complice ed esecutore di quello che vogliono i mercati: un popolo disperato e ricattabile.

Friuli Contro La Crisi vuole combattere questo scempio, partendo dal basso: partendo dai Comuni, coinvolgendo le istituzioni sul territorio, per poi andare in Regione e se non basta fino a Roma.
Progetto ambizioso, ma fino a quando non alziamo la voce, non cambierà e non cambieremo nulla.
Se sei disoccupato/a, se sei un imprenditore/trice in difficoltà, o un pensionato/a che con la pensione non arriva a fine mese, contattaci, scrivi la tua storia, rendi tutti partecipi.
Fino a quando la verità resterà sotto un velo di omertà, LORO continueranno la loro opera indisturbati.

Non essere populista, sii incazzato nero/a!

Giovanni Coss

Per contatti: [email protected]