Cari Amici, non si può non constatare come, le rare volte che i media locali affrontano il tema della disoccupazione, una realtà drammatica e crescente anche da noi in Friuli per migliaia di persone e famiglie, difficilmente toccano un aspetto del fenomeno, che consiste nel cercare di sopperire, da parte di molti cittadini, alla mancanza o alla perdita di un lavoro stabile inventandosi delle nuove occupazioni, e, quando questo succede, riguarda solo e sempre i pochi casi in cui, vuoi per delle felici intuizioni o per pura casualità positiva, l’iniziativa ha conosciuto un esito di successo.
Mentre invece sono molti coloro i quali, pur di poter tirare avanti, si dedicano a lavori saltuari, mal pagati, a volte in “nero”, oppure quelli che danno vita a delle attività di lavoro pseudo-autonome, senza la temuta Partita IVA, che erode dei guadagni spesso assai modesti.
Ad esempio, nella sola Udine, sono ormai centinaia i “tuttofare”, che si improvvisano imbianchini, giardinieri, muratori e falegnami alla buona ma che devono fare i conti, oltre naturalmente con la presenza sul mercato di chi è più qualificato professionalmente, anche con la concorrenza, fino a pochi anni fa pressoché inesistente, di tanti altri che hanno seguito la stessa via e, non ultimo, con il crescente impoverimento del ceto medio, che si rivolge all’artigiano e al tuttofare molto meno che in passato.
Altri ancora si propongono per lo sgombero di case e cantine, effettuato a prezzi ogni giorno più bassi o perfino gratis, per poi tentare di rivendere il vecchiume così raccolto, di solito mediante i mercatini dell’usato…e se si riesce a ricavarci qualche migliaio di euro all’anno si è bravi.
Poi c’è chi si risolve ad affittare una stanza, magari in un appartamento già stipato, pur di non restare senza il becco di un quattrino, e chi fa la/il badante in cambio di vitto, alloggio e di pochi spiccioli.
Insomma, siamo alle solite: senza un intervento istituzionale seriamente orientato a rilanciare l’occupazione e l’economia sul nostro territorio, tra pochi anni per molti cittadini, segnatamente per chi non è giovanissimo o ha una professionalità non molto richiesta, calerà il buio.
E anche chi, tra di voi che state leggendo queste righe, non vive questi problemi sulla propria pelle e sta pensando che, di tutto quanto detto sopra, può bellamente infischiarsene o ritenerlo una “favola nera”, sarà meglio che si ricreda: la situazione economica del Paese, come andiamo ripetendo da tempo e i fatti ci stanno dando ragione, sta progressivamente peggiorando e presto anche tu, che sei ancora disposto a credere alle fanfaluche di chi ti parla di “ripresa” e che ti ritieni in una botte di ferro, potrai forse capire che cosa vuol dire essere sperduto nel buio.
Se invece tutti noi vogliamo un futuro diverso per noi e il nostro Friuli, non ci resta che la strada dell’impegno sociale: Friuli Contro La Crisi non è rimasto con le mani in mano, già da tempo abbiamo preparato una serie di proposte serie, articolate e realistiche per creare occupazione e per l’emergenza casa da sottoporre all’attenzione di chi ci governa ma, per poter essere ascoltati, abbiamo bisogno di non essere un gruppetto sparuto di cittadini ma quanti più possibile e ben coesi.
Per questo, ancora una volta, vi rivolgiamo il nostro appello a unirvi a noi, ad aderire e a sostenerci: aiutateci e aiutiamoci ad affrontare questo difficile periodo e a trovare nuove e migliori soluzioni per noi, per la nostra comunità, per il nostro presente e per il nostro futuro.
Quindi, scriveteci, scrivete a [email protected] e mettetevi in contatto con noi.
A presto.
Renato Valusso