IL CIRCO CONTINUA . . .

UN ANNO FA SCRIVEVO QUESTO IN RELAZIONE AL “SOSTEGNO AL REDDITO” EROGATO DALLA REGIONE ( V. ): ORA DICONO A CHI HA PRESENTATO LA DOMANDA CHE NON CI SONO NEPPURE I SOLDI…
DELLA SERIE: BARZELLETTE ITALIANE.

SOSTEGNO AL REDDITO: BONUS PER LE FAMIGLIE O PER CHI DORME ALLA STAZIONE?
UN CONTRIBUTO MASSIMO DI 500 EURO AL MESE PER UN ANNO A NUCLEI FAMILIARI IL CUI ISEE NON SUPERI I 6 MILA EURO L’ANNO: QUESTO IL BONUS PREVISTO DALLA MISURA REGIONALE ATTIVA DI SOSTEGNO AL REDDITO, CHE DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE GIA’ A SETTEMBRE.
CON QUESTO L’ATTUALE GIUNTA DIMOSTRA NON SOLO DI ESSERE INCAPACE DI DARE VITA A UNA SERIA POLITICA DI RILANCIO DELL’ECONOMIA DEL TERRITORIO MA ANCHE DI NON SAPERE NEPPURE PROPORRE DEI VALIDI PALLIATIVI ALLA GRANDE E CRESCENTE DIFFICOLTA’ DI QUANTI DA TEMPO NON HANNO UNA OCCUPAZIONE CHE GLI PERMETTA DI MANTENERE DECOROSAMENTE SE STESSI E LA PROPRIA FAMIGLIA.
CINQUECENTO EURO AL MESE? ISEE DA 6 MILA EURO L’ANNO? IN FRIULI VENEZIA GIULIA NON SIGNIFICA ESSERE IN DIFFICOLTA’ MA ESSERE A DORMIRE ALLA STAZIONE.
EPPURE IN REGIONE SIEDE ANCORA CHI, NON TROPPO TEMPO FA, AVEVA PRESENTATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE DECISAMENTE MIGLIORI E PIU’ MIRATE RISPETTO A QUESTA PAGLIACCIATA.
EVIDENTEMENTE, HA PREFERITO DIMENTICARSELE NEL CASSETTO.
r. v.

IL PAESE DEI CLOWN

SOSTEGNO AL REDDITO: BONUS PER LE FAMIGLIE O PER CHI DORME ALLA STAZIONE?

UN CONTRIBUTO MASSIMO DI 500 EURO AL MESE PER UN ANNO A NUCLEI FAMILIARI IL CUI ISEE NON SUPERI I 6 MILA EURO L’ANNO: QUESTO IL BONUS PREVISTO DALLA MISURA REGIONALE ATTIVA DI SOSTEGNO AL REDDITO, CHE DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE GIA’ A SETTEMBRE (V. QUI.)
CON QUESTO L’ATTUALE GIUNTA DIMOSTRA NON SOLO DI ESSERE INCAPACE DI DARE VITA A UNA SERIA POLITICA DI RILANCIO DELL’ECONOMIA DEL TERRITORIO MA ANCHE DI NON SAPERE NEPPURE PROPORRE DEI VALIDI PALLIATIVI ALLA GRANDE E CRESCENTE DIFFICOLTA’ DI QUANTI DA TEMPO NON HANNO UNA OCCUPAZIONE CHE GLI PERMETTA DI MANTENERE DECOROSAMENTE SE STESSI E LA PROPRIA FAMIGLIA.
CINQUECENTO EURO AL MESE? ISEE DA 6 MILA EURO L’ANNO? IN FRIULI VENEZIA GIULIA NON SIGNIFICA ESSERE IN DIFFICOLTA’ MA ESSERE A DORMIRE ALLA STAZIONE.
EPPURE IN REGIONE SIEDE ANCORA CHI, NON TROPPO TEMPO FA, AVEVA PRESENTATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE DECISAMENTE MIGLIORI E PIU’ MIRATE RISPETTO A QUESTA PAGLIACCIATA.
EVIDENTEMENTE, HA PREFERITO DIMENTICARSELE NEL CASSETTO.
r. v.

SFRATTI INGIUSTI: UN CASO EMBLEMATICO

Amici di Friuli Contro La Crisi, questa volta il nostro gruppo affronta le già ben note tematiche del disagio economico e dell’emergenza abitativa sotto un profilo un po’ diverso rispetto a quello che ci è solito, ma non per questo meno importante dal punto di vista umano e sociale.
Questa volta, infatti, non ci siamo trovati di fronte l’ennesimo caso di una famiglia o di un singolo piegati dalla mancanza di lavoro e pertanto allontanati dall’abitazione che occupavano per morosità incolpevole, ma abbiamo incontrato una toccante vicenda umana, che non ha potuto lasciarci indifferenti e in cui emergono ancora una volta la solitudine disperata in cui vengono lasciati i cittadini più deboli economicamente e la freddezza di una burocrazia cieca che tutto sembra fare anziché seguire delle logiche di equità sociale e di semplice buon senso.
Tale ci appare il caso della signora Ofelia Dragan, giunta qui a Udine dalla nativa Romania 15 anni fa e che dopo una convivenza con un friulano seriamente ammalato durata altrettanto, con anche una parentesi matrimoniale di 5 anni, in seguito al decesso del compagno si è vista intimare lo sfratto dall’abitazione ATER che occupavano assieme.
Purtroppo, come già osservato nella maggior parte dei casi simili a questo, dobbiamo constatare che quando uno è povero e solo gli avvocati latitano e le istituzioni preposte non si “rompono” più di tanto.
Proprio perché siamo stufi di vedere iniquità e ingiustizie spacciate per azioni solidali e una valanga di denaro pubblico speso malissimo e siamo altrettanto stufi di vedere vite umane rovinate da un sistema che privilegia chi più ha e chi è più disonesto e furbo, questa volta, pur non rientrando il caso della signora Dragan fra quelli cui solitamente ci interessiamo, siamo intervenuti e, assieme all’Associazione Europea per la Tutela del Cittadino Contribuente ( http://www.tutelare.it/ ), segnatamente nella persona della Presidente Silvana Munaretto, e all’ Unione Inquilini di Udine  stiamo costruendo un’azione di VERA tutela sociale.
A presto su questo sito i particolari.
Seguiteci e unitevi a noi!
Renato Valusso

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RINGRAZIAMENTO…

Ringrazio Babbo Natale e la Befana perché anche quest’anno mi hanno portato dei ricchi, magnifici doni.

Anche quest’anno ho ricevuto da loro, alla stessa stregua di tanti altri, disoccupazione, false promesse, ipocrisia e indifferenza.

Ringrazio Babbo Natale e la Befana per le ceste cariche di tasse, imposizioni e di fiumi di parole vane nei salotti televisivi e sui giornali.

Ringrazio Babbo Natale e la Befana a nome di tutti coloro che non hanno avuto un soldo in tasca per fare un regalo ai loro cari, di quelli che hanno gioito per la mancanza di lavoro e per uno sfratto per morosità incolpevole…tanto, colpevole o no, ti buttano fuori lo stesso.

Ringrazio Babbo Natale e la Befana per averci chiesto i soldi per il canone di una TV che serve solo a loro e per aver mandato Equitalia anche a chi non ha neanche più di che fare la spesa.

Vedo con soddisfazione che tutti i desideri che ho espresso nella mia letterina sono stati pienamente esauditi.

Vi ringrazio, caro Babbo Natale e cara Befana e, vi prego, continuate così.

Mandi.

Mauro D.

HAI BISOGNO DI CASA E LAVORO? ALLORA DEVI ESSERE RIEDUCATO…

screen video sizeAmici del blog, eccovi qui un video, uscito di recente su YouTube, in cui troverete una testimonianza coraggiosa e sincera riguardo alle drammatiche “storture” che abbiamo segnalato nel post precedente a questo (v. qui) del servizio socio-assistenziale pubblico, nel nostro Paese in genere e, nella fattispecie, proprio qui a Udine.
Ascoltate, divulgate e mettetevi in contatto con noi di Friuli Contro La Crisi se ritenete di essere fra coloro che hanno subito situazioni come quella descritta nell’intervista qui riportata o se le state conoscendo.
Noi di FCLC siamo a Vostra disposizione.
Scriveteci a: [email protected]
A presto.
Renato Valusso

DISOCCUPATO E SFRATTATO? DEVI ESSERE PER FORZA ALCOLISTA, TOSSICO O ASOCIALE.

Amici di Friuli Contro la Crisi, questa volta tocchiamo un nervo scoperto del nostro sistema – se così possiamo definirlo – assistenziale.
Le molte pecche dell’ormai quasi inesistente welfare italiano sono tristemente note e in questo breve post di oggi ci occuperemo di quello che forse è uno dei lati peggiori di questa macchina burocratica lenta, inefficace, spesso perfino lesiva dei diritti del cittadino che, costretto dalla necessità, vi si accosta.
A Udine e in Friuli in genere, infatti, lo stato sociale rispecchia più o meno la situazione nazionale.
Da quando siamo presenti sul territorio, noi di FCLC siamo stati contattati spesso da cittadini che, rimasti privi di un lavoro sicuro a causa della crisi economica, si sono ritrovati in un secondo tempo a perdere anche la casa, perché impossibilitati a onorare un affitto o il mutuo; la maggior parte di essi si era rivolta speranzosa alle istituzioni pubbliche, chiedendo di essere aiutata a ritrovare un’occupazione e un alloggio per se stessi e per la propria famiglia, constatando poi che poco o nulla veniva posto in essere e che, il più delle volte, la loro comprensibile richiesta di aiuto finiva con il ritorcersi contro di loro.
Ormai conosciamo fino alla noia i racconti del modus operandi freddo, impersonale, tranne poche eccezioni, degli operatori dell’assistenza sociale, il loro modo di porsi, più simile a quello di cinici burocrati che al fare umano e comprensivo che dovrebbe contraddistinguere chi si dedica a tale compito.
Ci siamo sentiti ripetere molte volte di colloqui che finivano per sembrare degli interrogatori di polizia, del modo in cui viene sovente posta in discussione la capacità o la serietà di persone che per mesi e anni tutto hanno tentato per rioccuparsi ed evitare così l’umiliante situazione di chi si sente ormai a un passo dal baratro.
Ebbene, per molti la parte peggiore doveva ancora venire ed era quella che toccava loro al momento di incontrare e conoscere l’assistenza sociale.
A Udine, in particolare, numerosi sono i casi di chi viene finalmente indirizzato a delle comunità destinate al recupero sociale di soggetti disadattati, anziché venire semplicemente aiutato a occuparsi, per esempio, o a trovare un alloggio; ci sono stati casi di madri, rimaste senza alcun sostegno economico, che sono state “consigliate”, per risolvere almeno temporaneamente la loro situazione, di raccontare circostanze non vere o esagerate di maltrattamenti e abusi da parte di mariti e conviventi, per venire in tal modo “ammesse” in strutture protette, cui altrimenti non avrebbero potuto accedere.
Così come ad altri viene fatto capire chiaramente che conviene accettare l’etichetta di alcolista o di psicolabile per poter ricevere un minimo di aiuto.
Quante volte ci siamo sentiti riferire di frasi come questa: “Vede, Lei è depresso; in queste condizioni come fa a lavorare e a gestire una famiglia?”
Ora, che una persona che da un anno o giù di lì non lavora, non guadagna e si vede prossima a perdere la casa, possa non essere precisamente allegra è un fatto comprensibile: ma perchè insistere a tutti i costi sul fatto che un umore piuttosto tetro, frutto di una situazione più che concreta, debba essere necessariamente figlio invece di un disagio psicologico, magari preesistente, e che si deve curare con una terapia farmacologica?
Frequente anche il caso di genitori, persone normali che mai hanno trascurato la famiglia, che, dopo essersi risolti a chiedere aiuto all’assistenza sociale, devono in seguito sudare sette camicie per evitare di vedersi portare via i figli minori a causa della loro, secondo gli assistenti, “manifesta incapacità” a provvedere al loro sostentamento.
Fermo restando che, nei casi in cui esistono realmente dei presupposti per parlare di mancanza dei requisiti morali da parte dei genitori, è lecito l’affidamento del minore a persone più idonee umanamente a svolgere questo ruolo, le nostre leggi parlano chiaro: un bambino o un minore in genere non deve essere tolto alla sua famiglia SOLO sulla base della mancanza di mezzi economici della stessa.
Questi sono e restano degli ABUSI.
Tuttavia, a questo punto, viene spontaneo porsi una domanda: a vantaggio di chi va veramente tutto questo? chi guadagna, nel senso economico del termine, dal ghettizzare le persone in difficoltà, assimilandole praticamente tutte o quasi nella categoria dei disadattati sociali, quindi di coloro che sono i responsabili in primis del proprio stato di emarginazione?
E questa è una domanda a cui noi di Friuli Contro La Crisi riteniamo di poter già in parte rispondere, anche per ciò che riguarda Udine e provincia, e ci farà piacere conoscere anche l’opinione dei nostri lettori in merito a questo spinoso argomento, di cui ci impegniamo a parlare presto di nuovo e in modo approfondito sul nostro blog e dovunque ci venga concessa ospitalità.
Come sempre, per le Vostre considerazioni e le Vostre storie: scriveteci a [email protected].
A presto.

Renato  Valusso

NON SI UCCIDONO COSI’ ANCHE I CAVALLI? IL FRIULI CHE APPROFITTA DEL BISOGNO.

Amici di Friuli Contro La Crisi, Vi chiederete perché abbiamo citato nel titolo di questo post il famoso film di Sydney Pollack, in cui un gruppo di poveracci si prestava a ballare fino allo sfinimento, in cambio del vitto assicurato fintantoché durava lo spettacolo e di un pugno di banconote ai vincitori, ossia alla coppia che crollava dopo le altre. E che cosa c’entri tutto questo con il “probo” Friuli.

Presto detto: leggete le seguenti righe e lo scoprirete.

Un’azienda di distribuzione carburanti cerca personale da adibire al servizio di addetto alla stazione di rifornimento presso i suoi impianti in Friuli: un poveraccio friulano alla disperata ricerca di un lavoro invia loro il suo curriculum vitae e viene chiamato a un colloquio.

Lo riceve il titolare dell’azienda, friulano DOC anche lui.

Al colloquio, viene presentata l’offerta: cercano dei pompisti per i distributori di carburante, che dovranno espletare dei turni di 12 ore al giorno ( che poi di fatto sono 13, considerando che, al termine dell’orario di servizio, c’è da fare la chiusura cassa e andare a versare l’incasso in banca) dal lunedì al sabato, in cambio di uno stipendio di poco più di mille euro al mese.

Sì, avete letto bene.

“Naturalmente- prosegue l’imprenditore- è previsto un periodo di prova di circa una settimana, che noi retribuiamo con dei voucher (e il nostro poveraccio pensa: “Che poi, naturalmente, verrà pagato, se verrà pagato, solo a coloro che verranno confermati”). Dopodichè, ha inizio la collaborazione vera e propria. Noi non inquadriamo il personale con un contratto di lavoro dipendente (“eh, vorrei ben vedere”, pensa il nostro uomo) ma offriamo un contratto da amministratore per coinvolgere maggiormente il lavoratore (“vale a dire-pensa, a ragione, il nostro- ” un contratto a progetto, che da un lato ti responsabilizza come se fossi un vero e proprio gestore della stazione di rifornimento e dall’altro permette al datore di lavoro di non versarti TFR, tredicesima e quattordicesima, contributi pensionistici quasi zero, nessun contributo per una eventuale disoccupazione e neanche cassa malattia…). La nostra proposta Le interessa?”

Il candidato riflette un istante: c’è n’è quanto basta per alzarsi e porre fine al colloquio con un secco “vergognatevi” ma il nostro uomo ha bisogno, tanto bisogno e finisce con l’accettare.

Così, un altro povero cristo, magari con famiglia a carico, va ad aggiungersi al “corpo di ballo” che, dal lunedì al sabato, respira benzina per 12 ore al giorno ( e potete stare sicuri che lì di visite aziendali non ce ne saranno troppe), mangia un panino velocemente, sempre tenendo d’occhio l’area di servizio, pronto a precipitarsi con il boccone in bocca se un automobilista si ferma a far benzina, rinuncia a andare al cesso per ore perché non sono previste pause di nessun tipo, e si riterrà fortunato di poter percepire un salario che non copre neanche metà del suo effettivo lavoro.

Un esempio, preso dall’attuale realtà, che ci mostra come anche da noi in Friuli esista un’imprenditoria che si fa pochi scrupoli a coniugare un sovrano disprezzo nei confronti del lavoratore a una forma di concorrenza sleale verso gli altri operatori del settore.

Un consiglio a quanti, fra di voi, mossi da una necessità a volte estrema, si vedessero costretti ad accettare proposte di questo genere: DENUNCIATELI E OBBLIGATELI A METTERVI IN REGOLA.

E’ il minimo che si possa fare.

Se, in un contesto come quello sopra descritto, fossero tutti i lavoratori a concordare un’azione sindacale, al profittatore di turno resterebbero ben poche possibilità di porre in atto delle forme di ritorsione, più facilmente realizzabili quando invece i “dissidenti” sono uno o due.

Per i Vostri commenti e per segnalare situazioni come questa, se volete: [email protected]

Essere “contro la crisi” vuol dire anche essere contro chi approfitta della crisi, con mezzi spesso al limite della legalità.

A presto.

Renato Valusso

Morire per l'impianto