Il Coordinamento 9 Dicembre a Udine: non chiamateli Forconi.

coordianmento 9 dicembre Udine

Anche a Udine, come in molte altre città italiane, il popolo è sceso in strada a protestare contro questo governo.
La crisi, la mancanza di lavoro, i fallimenti delle aziende, un welfare precario se non inesistente, tassazione alle stelle, una classe politica illegittima, sono state le scintille che hanno unito persone di qualsiasi orientamento politico, età e categoria in piazza sotto un’unica bandiera: il Nostro Tricolore.
Nessuno se lo sarebbe neppure immaginato fino a qualche settimana fa ma il miracolo è successo.
Tutti uniti per una stessa causa.
Dove la politica ha diviso per anni, il Coordinamento 9 dicembre ha unito.
Questo è un segnale forte, di cui i partiti e il governo devono tenere conto.
Se la gente scende in piazza così, i problemi ci sono.
La crisi ha colpito duramente anche il ricco nordest, lasciando i segni.
Nessuno si immaginava una affluenza così elevata, anche perché il popolo friulano è da sempre riservato, difficilmente mostra in piazza il proprio disagio.
Questo è il secondo miracolo: uscire e mostrare la faccia, la rabbia verso chi non ascolta nulla se non il Palazzo di Bruxelles.
Proteste sempre senza scontri, pacifiche e ordinate, ma con parole dure verso chi ha abbandonato il proprio popolo al suo destino.
Un messaggio che devono raccogliere anche le nostre istituzioni sul territorio, perché è anche compito loro ascoltare quello che il popolo chiede legittimamente.
Devo dire che molti politici che si sono sempre lamentati del populismo nei loro confronti, non sono stati da meno nei confronti di chi manifestava per i propri diritti.
Credo che un bagno di umiltà sarebbe necessario per questi rappresentanti del popolo, e che sarebbe meglio cominciare ad ascoltare. La gente è stanca delle promesse non mantenute, è stanca di tirare a campare, è stanca di non avere più un futuro.
Questo è il popolo del 9 dicembre.
Non Forconi, come li ha etichettati la stampa, ma cittadini italiani che chiedono il ripristino dei loro diritti.
Sono stanchi di sentire dibattiti televisivi dove i politici si scaricano la colpa l’uno con l’altro: la politica, anche locale, deve dare risposte reali o deve dichiarare il suo fallimento. Il popolo chiede di essere trattato come un insieme di esseri umani e non come numeri.
Siamo persone, non statistiche.

Il Presidio di piazzale Osoppo a Udine, centro di coordimento di giorno e CASA  per i Ragazzi che presidiavano la notte

Il Presidio di piazzale Osoppo a Udine, centro di coordimento di giorno e CASA per i Ragazzi che presidiavano alla notte.

Da mercoledì 18, i Ragazzi di Udine saranno a Roma assieme agli altri Ragazzi italiani, sempre a manifestare pacificamente, sempre uniti e compatti, sino a quando questo governo non si dimetterà.
Urlando non slogan come qualcuno erroneamente scrive o dice ma diritti.

Buona fortuna Ragazzi.

Alcune riflessioni e domande che porgo alla classe politica che amministra questo Paese, dopo che il 9 Dicembre è sceso in piazza.

Non voglio scendere in populismi da bar ne tantomeno voglio passare per quello che ha dei preconcetti.
Parliamo di Euro e di Europa: l’attuale maggioranza al parlamento è una ferma sostenitrice dell’Euro.
Lo sta difendendo, segue tutto ciò che indicano i trattati e la Commissione Europea.
Le regole vanno seguite, certo, ma ne vediamo anche i risultati: fallimenti e chiusure di aziende, perdite di posti di lavoro e con essi perdita di gettito fiscale, pil e domanda.
Qualcosa non funziona? Pare di si. Se nel novembre del 2011, con l’insediamento del Governo Tecnico Monti e le sue riforme si doveva dare uno stop all’aumento del debito pubblico e un assestamento all’economia, tutto questo non è avvenuto, anzi l’esatto contrario.
Economia stagnante con un pil imbalsamato a zero, aumento della disoccupazione e ancora aziende costrette alla chiusura. Unico dato confortante, le banche non falliscono.
Già, quello è l’unico settore che non conosce crisi e se ha qualche problemino ha gli aiutini dal MES: i cittadini vengono tassati e aiutano le banche private a non fallire. Vi sembra normale ? Per la UE e chi governa l’Italia si.
Loro dicono che se falliscono le banche, il sistema paese crolla…. Ma queste banche quanto partecipano alla vita del paese e ai suoi bisogni ? Direi poco o niente, visto che l’accesso al credito è diventato sempre più difficile: ci sono aziende sane che ancora lavorano e sono costrette a fare i salti mortali perché le banche non concedono crediti per l’acquisto delle materie prime, costringendole a chiudere.
Questi sarebbero VIZI che si dovrebbero eliminare, ma ci vuole la volontà e la capacità politica che fino ad ora sono state assenti.
Siamo in un Paese in cui le banche non fanno più le banche, diciamocelo.
Non vogliono rischiare e preferiscono prendere denaro all’ 1% dalla BCE e comprarsi titoli di stato con interessi al 4-5%: guadagno sicuro senza rischi, ma che alla fine non produce nulla, se non altro denaro per fare denaro. Senza dimenticare che quegli interessi li paga il cittadino. Non si producono più beni a sufficienza, e se non se ne producono non c’è nulla da vendere. E se non c’è nulla da vendere il mercato si blocca. Se il mercato si blocca stiamo tutti a casa ad aspettare… non so cosa.
E il Governo cosa fa ? Segue le regole e se ne vanta: non superare la spesa pubblica imposta dai trattati, cioè il 3% sul PIL, è motivo d’orgoglio.
Quindi se il pil è fermo, la spesa sarà poca. Se lo stato non spende, soldi ne girano ben pochi e quei pochi vengono ripresi dal PAREGGIO DI BILANCIO…(se lo stato spende 100, tassa per 100). Chi ancora segue questo RIGORE made in UE , forse di economia non ne capisce un gran che, oppure mi verrebbe da pensare che ha tutta la voglia di vedere questo Paese in ginocchio.
Sino ad ora non è stato fatto nulla per avere un’inversione di tendenza, anzi, siamo in caduta libera e tra poco sentiremo il tonfo.
Hanno fatto una cosa carina: rateizzato i pagamenti con Equitalia. Fantastici !!! le aziende continuano ad avere una pressione fiscale elevata, un costo del lavoro elevato, ma almeno i soldi glieli scuciono in comode rate.
Cosa è stato risolto? Nulla.
Sino ad ora non si è fatto nulla di concreto, solo tagli, privatizzazioni selvagge e creato il vuoto.
Allora mi chiedo: dove sono tutti questi vantaggi di stare in Europa? La risposta politica e di qualche giornalista asservito o ignorante sarebbe la stessa che ascoltiamo da anni:” se usciamo dall’Euro e dall’Europa l’Italia finirebbe male”. Come se adesso ce la passassimo bene. Una crisi paragonabile solo a quella del ’29, se non peggio.
Chi dice che era necessario entrare in Europa per il bene dell’economia, mi spiega come mai un paese come l’Ungheria, che non ha aderito all’eurozona, cresce del 2,5% annuo ?
Stiamo parlando di un paese dove non hanno il nostro know out, non hanno una cosina che si chiama made in italy. E non sono obbligati a stare ai dettami imposti dalla UE.
Ma non è che ci avete ingannati ? Oppure è stata la vostra incapacità a portarci a tanto? In ambedue i casi è molto grave quello che sta accadendo.
Adesso dovete porre rimedio, altrimenti non possiamo dire che sia ingiustificata la manifestazione di dissenso che vediamo nelle piazze oggi. E ricordo che non è un dissenso verso una ideologia, ma verso una precisa decisione di intraprendere politiche economiche distruttive.
Scendete dal vostro mondo dorato e cominciate a vivere nella realtà di un Paese che sta morendo.
Alle prossime elezioni non vi basterà vincere: dovrete dimostrare responsabilità e capire una volta per tutte che questo Paese non è vostro, ma del popolo italiano.
Il mio è populismo ? No, perché sino ad ora non ho menzionato minimamente i vostri privilegi pagati sempre dalle tasche degli italiani.
Prendere in considerazione l’idea di tornare a una sovranità monetaria e popolare, non sarebbe poi così male.
Non lo dico io: lo dicono sei premi Nobel per l’economia.
Poi, voglio dire a quei politicanti di professione, che nei loro congressi dicono il contrario e che si renderanno responsabili della gente che si suicida, della gente che dorme in strada, della gente che non mangia, del futuro delle prossime generazioni.
Questa è una NAZIONE, non una Company che deve essere smantellata e ottimizzata secondo i canoni dei geni di WALL STREET.
Non dimenticatevelo…..

Giovanni Coss

9 DICEMBRE 2013

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Amici di Friuli Contro La Crisi, vi comunichiamo che anche il nostro gruppo aderisce all’iniziativa che il 9 dicembre prossimo si prefigge, attraverso il blocco ad oltranza delle attività produttive e dei trasporti sul territorio nazionale, di arrivare alle dimissioni dell’intero Parlamento.

L’obiettivo è di costringere Napolitano a sciogliere le Camere e nominare un governo istituzionale che faccia un’altra legge elettorale e ci porti al voto.

Un obiettivo estremamente ambizioso e non sarà facile centrarlo.

Dispiace vedersi costretti a creare un grave disagio alla cittadinanza e al Paese ma è necessario dare un fortissimo segnale all’opinione pubblica e al mondo politico; non possiamo esimerci.

A Udine si presidierà Piazzale Osoppo, a cominciare dalle ore 22 del giorno 8 dicembre: anche noi di Friuli Contro La Crisi saremo là assieme agli altri cittadini che vogliono costruire un’Italia diversa da quella attuale e invitiamo chi vuole unirsi alla nostra lotta, civile e pacifica ma non per questo meno determinata, a raggiungerci.

Ricordiamoci sempre: più siamo più contiamo.

A presto e non arrendiamoci.

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