35 EURO AL GIORNO…MA NON PER TUTTI.

Come è noto, un richiedente asilo costa allo stato italiano 35 euro al giorno.
Questo per assicurargli un posto letto, due pasti giornalieri e la possibilità di fruire dei servizi minimi indispensabili a una sopravvivenza dignitosa ( poi esistono realtà degradate come il Cara di Foggia, ma in genere non è così).
Ma i nostri concittadini poveri, di solito ricevono lo stesso trattamento? i pensionati meno abbienti, i disoccupati, i lavoratori meno pagati, vengono aiutati dal nostro welfare in uguale misura?
L’aiuto che viene loro fornito, quando c’è, è tale da potergli garantire una sopravvivenza dignitosa? è tale da consentirgli, ad esempio, di poter fare la spesa, pagare le bollette e al contempo utilizzare il riscaldamento d’inverno?
La risposta, in molti casi, è no.
Nella mia annosa esperienza di attivista del gruppo Friuli Contro La Crisi ho incontrato centinaia di casi in cui l’appoggio dei servizi sociali mancava del tutto o era decisamente insufficiente e questo restando solo nel Friuli centrale.
Valga per tutti il caso di una famiglia di Udine composta da un genitore, disoccupato da tempo, e un figlio minore, cui la Regione elargisce la somma di 412 euro al mese, di cui 370 se ne vanno solo per pagare l’affitto.
Il genitore in questione, pur arrangiandosi con mille lavoretti ecc., a un certo punto non ce l’ha fatta più e si è presentato di nuovo al servizio sociale dicendo:
” Scusate ma io cosa devo fare per vivere appena un po’ meglio? buttare via i documenti, tingermi la faccia di un colore più scuro e tornare da voi così? “
L’assistente sociale lo ha guardato per un lungo momento senza parlare, poi ha mormorato un flebile:
“Forse sì..”

r. v.

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VOGLIO CAPIRE

Amici, in questa lettera, che un nostro iscritto ha inviato ai più importanti media locali e non solo e che noi pubblichiamo qui, troviamo dei riferimenti a tutti quei fattori che abbiamo evidenziato per anni sul nostro blog, ossia: un mercato del lavoro che esclude chi ha superato la quarantina, l’assenza di vere tutele da parte dello Stato e infine, nota davvero dolente, la scarsa solidarietà, la quasi indifferenza che anche da noi in Friuli accompagna la condizione di chi si arrabatta per campare.
Ci preme rimarcare come da questo scritto emergano due fatti sostanziali che riguardano anche l’impegno di Friuli Contro La Crisi: l’assenza di una politica economica nazionale e regionale volte a rilanciare veramente l’economia e l’incapacità di “fare gruppo” che, purtroppo, abbiamo riscontrato anche nella nostra gente.
Vi invito a leggere la lettera di Claudio: ne vale davvero la pena e, se volete, rispondetegli.
A presto
Renato Valusso

VOGLIO CAPIRE…..

Vi scrivo per capire e voglio capire!!!
Sono un cinquantenne friulano con famiglia e casetta, come da friulano doc; da circa 10 anni lotto con il mondo del lavoro, con contratti a termine, voucher, posti fasulli, ecc.
Mi sono sentito dire di tutto nei colloqui: “sei troppo specializzato”; “troppo vecchio”, “troppo giovane”, “ma lei non conosce questo tipo di attrezzo”, “dovrei pagarla poco per quello che vale” e via di questo passo.
Ho bussato a molte porte, anche di amici  e conoscenti che si nascondono sapendo che hai bisogno di un lavoro, sono andato  anche dal Sindaco…sapete cosa mi ha detto?
 “Ma lei ha una casa, le fa reddito.” 
Significa forse che ogni mese la casa mi dà dei soldi? cosa significa, che un friulano si deve privare della sua casa? dopo tanti sacrifici? 
Non nascondo che ogni tanto vorrei farla finita…ma poi penso che ho una famiglia. 
La voglia  di scappare dal mio Friuli è tanta, ma andare dove? all’estero vogliono solo gente in giovane età. 
E’ straziante svegliarsi alla mattina e chiedersi: “E oggi, cosa faccio?”  
Rimango di stucco quando vedo persone che fanno finta di niente, per loro è un problema tuo, ovviamente sei tu che non vuoi adattarti.
Eppure so di molti altri che non trovano lavoro da molto tempo o che sono obbligati a tirare avanti con lavori saltuari o malpagati!
Dobbiamo imparare dagli extracomunitari , loro si aiutano, scambiandosi le informazioni, si aiutano con l’ospitalità, si aiutano con il mangiare, SI AIUTANO… Noi NO!
E’ inutile lamentarsi, quando siamo i primi a nasconderci, bisogna reagire, la politica guarda alle sue poltrone, non ha tempo per la gente. 
Alla politica, attraverso l’azione di un comitato spontaneo di cittadini, Friuli Contro La Crisi ( http://friulicontrolacrisi.altervista.org/blog/ ), ho proposto qualche soluzione per creare dei posti di lavoro per i disoccupati ma mi sono sentito chiedere “di che partito sei” ( = a me che me ne viene?).
Qualche giorno fa ho visto con i miei occhi persone che cercavano da mangiare nella spazzatura ed erano italiani; credetemi, mi ha fatto molto male vedere questa scena. 
Sono arrivato alla conclusione che finché non ci uniamo e ci aiutiamo, e non  combattiamo per risolvere questo disagio non ci sarà soluzione. 
Anche nel mio lavoro, per anni,  ho sempre cercato di capire perché altri valutavano una situazione da un punto di vista diverso dal mio, cosi facendo capivo il problema e e cercavo di risolverlo. 
Ho sempre detto che noi italiani abbiamo la memoria corta e ricordiamo quello che ci pare, non pensiamo al bene o al male che ha fatto questo o quel politico, ci ricordiamo solo l’ultima parte e quello che ci dice la televisione. 
Vi chiedo solo di riflettere e incominciare a guardarci e aiutarci tra di noi.
Ritorniamo umani: vi ricordate, chi ha vissuto il periodo del terremoto del 1976, quando tutti ci aiutavamo, quando un quartiere o un paese erano come una famiglia?
Dobbiamo ritornare cosi, dobbiamo incontrarci, conoscerci e organizzarci se vogliamo affrontare questa grave crisi economica. 
Proprio per questo, per capire se ci sono altri qui in Friuli che la pensano come me, vi invito a scrivermi a [email protected]

Saluti da CLAUDIO

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SOSTEGNO AL REDDITO: RIMPALLO FRA REGIONE E COMUNI.

Così scrive la Presidente di A.E.C. (Associazione Europea per la tutela del cittadino contribuente) Silvana Munaretto sul portale dell’Associazione:

SOSTEGNO AL REDDITO FVG:

Non mi è chiaro quanto sta accadendo con il sostegno al reddito erogato dalla Regione F.V.G. E chiedo lumi a chi mi può illuminare … In associazione i cittadini ci chiedono cosa fare :
– a chi sta arrivando comunicazione che la domanda è stata accolta e che i requisiti ci sono, ma al momento non ci sono fondi e se la Regione erogherà nuovi fondi verranno evase le richieste in ordine cronologico …se ciò non accadrà dovranno rifare richiesta se scadranno i 12 mesi dalla richiesta …
– a chi è arrivata la lettera che i fondi saranno erogati viene detto, dagli uffici competenti, che devono aspettare (non si sa quanto ancora ) …
– chi ha ricevuto la prima rata sta aspettando la seconda che doveva avvenire entro il 15/5 ma ad alcuni è stato riferito che i fondi non ci sono ….
Allora mi chiedo … Come sono stati calcolati i 4800 euro pro capite se dopo la prima rata i fondi son esauriti???
Qualcuno mi sa dare risposte certe da poter riferire ai cittadini bisognosi ????
Siamo partiti … e stiamo raccogliendo firme e documentazione valutando anche quali Comuni stanno inviando la lettera di accettazione con “riserva” causa fine fondi…. Inoltre vogliamo sensibilizzare anche i cittadini che non hanno necessità del fondo a sostegno del reddito ad unirsi per solidarietà sottoscrivendo la ns. azione a favore dei più deboli…. FORZA DIAMO UNA MANO TUTTI INSIEME !!!!

CONTATTATE L’ASSOCIAZIONE E VENITE A PORTARE LA VS. DOCUMENTAZIONE !!!

LE UNICHE RISPOSTE CI SONO ARRIVATE DAL MOVIMENTO 5 STELLE… SE QUALCHE ALTRA FORZA POLITICA SI FARA’ VIVA VI TERREMO INFORMATI…. E SE QUALCUNO HA ALTRO DA COMUNICARE NOI CI SIAMO….

VISITATE IL SITO: WWW.TUTELARE.IT

E ci siamo anche noi di Friuli Contro La Crisi a sostenere questa azione di A.E.C., la situazione è difficile per molte famiglie e singole persone in regione e non si può lasciare che proprio chi ha più bisogno venga preso per il culo.
Invitiamo i nostri simpatizzanti e i nostri lettori a unirsi a noi, ricordandogli che, per qualsiasi problematica connessa con la difficoltà economica del momento attuale, possono scriverci a:
[email protected]
A presto e avanti sempre.
r. v.

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IL CIRCO CONTINUA . . .

UN ANNO FA SCRIVEVO QUESTO IN RELAZIONE AL “SOSTEGNO AL REDDITO” EROGATO DALLA REGIONE ( V. ): ORA DICONO A CHI HA PRESENTATO LA DOMANDA CHE NON CI SONO NEPPURE I SOLDI…
DELLA SERIE: BARZELLETTE ITALIANE.

SOSTEGNO AL REDDITO: BONUS PER LE FAMIGLIE O PER CHI DORME ALLA STAZIONE?
UN CONTRIBUTO MASSIMO DI 500 EURO AL MESE PER UN ANNO A NUCLEI FAMILIARI IL CUI ISEE NON SUPERI I 6 MILA EURO L’ANNO: QUESTO IL BONUS PREVISTO DALLA MISURA REGIONALE ATTIVA DI SOSTEGNO AL REDDITO, CHE DOVREBBE ENTRARE IN VIGORE GIA’ A SETTEMBRE.
CON QUESTO L’ATTUALE GIUNTA DIMOSTRA NON SOLO DI ESSERE INCAPACE DI DARE VITA A UNA SERIA POLITICA DI RILANCIO DELL’ECONOMIA DEL TERRITORIO MA ANCHE DI NON SAPERE NEPPURE PROPORRE DEI VALIDI PALLIATIVI ALLA GRANDE E CRESCENTE DIFFICOLTA’ DI QUANTI DA TEMPO NON HANNO UNA OCCUPAZIONE CHE GLI PERMETTA DI MANTENERE DECOROSAMENTE SE STESSI E LA PROPRIA FAMIGLIA.
CINQUECENTO EURO AL MESE? ISEE DA 6 MILA EURO L’ANNO? IN FRIULI VENEZIA GIULIA NON SIGNIFICA ESSERE IN DIFFICOLTA’ MA ESSERE A DORMIRE ALLA STAZIONE.
EPPURE IN REGIONE SIEDE ANCORA CHI, NON TROPPO TEMPO FA, AVEVA PRESENTATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE DECISAMENTE MIGLIORI E PIU’ MIRATE RISPETTO A QUESTA PAGLIACCIATA.
EVIDENTEMENTE, HA PREFERITO DIMENTICARSELE NEL CASSETTO.
r. v.

IL PAESE DEI CLOWN

RIDOTTI A VIVERE IN UN OVILE NEL CIVILISSIMO FRIULI

 

E’ diventata di dominio pubblico in questi giorni la triste vicenda di Giorgio Gabai e Loris Bez, i due disoccupati friulani che da ben 5 anni si ritrovano a vivere in uno stavolo diroccato, che una volta ospitava delle pecore, ai Rizzi, periferia di Udine, a poco più di 500 metri dallo Stadio Friuli, privi di energia elettrica, acqua corrente e servizi igienici.
Insomma, quasi come degli animali.
Anche noi di Friuli Contro La Crisi abbiamo voluto incontrarli; sinceramente, all’inizio, malgrado la nostra ormai annosa esperienza di situazioni di disagio e povertà legate alla crisi economica, eravamo poco inclini a credere che fosse stata esclusivamente la mancanza di lavoro e di reddito ad aver condotto due persone, nel nostro “civilissimo Friuli”, a una simile situazione di degrado.
Ebbene, abbiamo dovuto ricrederci: i due che nelle prime ore del pomeriggio di mercoledì 29 luglio ci hanno accolti presso la loro lussuosa magione si sono rivelati uomini normalissimi, dignitosi nei modi e curati nella persona, quindi non due emarginati che per scelta si sono lasciati alle spalle la società civile né persone con trascorsi di alcool e droga, eccetera.
Le loro sono storie parallele: perso il lavoro, rimasti senza la possibilità di pagare l’affitto, persa così anche la casa.
Per chi volesse conoscere i dettagli, rimandiamo all’intervista pubblicata dal Messaggero Veneto a firma di Alessandra Ceschia e al servizio di Omar Costantini su YouTube.
A noi preme sottolineare il fatto che la drastica diminuzione di lavoro in Friuli sta conducendo sempre più persone alla disperazione e finché non ci sarà, da parte del governo regionale, una seria politica economica ci saranno sempre più situazioni simili a questa.
Ci sembra più che sufficiente per alzare l’allarme e invitare Voi cittadini friulani a unirci a noi che da tempo combattiamo contro questo sistema ingiusto e Voi politici a impegnarvi di più per individuare assieme a noi cittadini attivi delle strade nuove per aumentare le possibilità occupazionali e per creare delle forme più valide di tutela sociale.
Ora, seguiremo la vicenda di Giorgio e di Loris e ci impegneremo affinché il loro appello non cada nel vuoto, come spesso accade, in questa realtà italiana, che ormai di “civile” serba solo la facciata.
A presto
Per contatti: [email protected]

r. v.


 Robis che Diu nus vuardi…
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SFRATTI INGIUSTI: UN CASO EMBLEMATICO

Amici di Friuli Contro La Crisi, questa volta il nostro gruppo affronta le già ben note tematiche del disagio economico e dell’emergenza abitativa sotto un profilo un po’ diverso rispetto a quello che ci è solito, ma non per questo meno importante dal punto di vista umano e sociale.
Questa volta, infatti, non ci siamo trovati di fronte l’ennesimo caso di una famiglia o di un singolo piegati dalla mancanza di lavoro e pertanto allontanati dall’abitazione che occupavano per morosità incolpevole, ma abbiamo incontrato una toccante vicenda umana, che non ha potuto lasciarci indifferenti e in cui emergono ancora una volta la solitudine disperata in cui vengono lasciati i cittadini più deboli economicamente e la freddezza di una burocrazia cieca che tutto sembra fare anziché seguire delle logiche di equità sociale e di semplice buon senso.
Tale ci appare il caso della signora Ofelia Dragan, giunta qui a Udine dalla nativa Romania 15 anni fa e che dopo una convivenza con un friulano seriamente ammalato durata altrettanto, con anche una parentesi matrimoniale di 5 anni, in seguito al decesso del compagno si è vista intimare lo sfratto dall’abitazione ATER che occupavano assieme.
Purtroppo, come già osservato nella maggior parte dei casi simili a questo, dobbiamo constatare che quando uno è povero e solo gli avvocati latitano e le istituzioni preposte non si “rompono” più di tanto.
Proprio perché siamo stufi di vedere iniquità e ingiustizie spacciate per azioni solidali e una valanga di denaro pubblico speso malissimo e siamo altrettanto stufi di vedere vite umane rovinate da un sistema che privilegia chi più ha e chi è più disonesto e furbo, questa volta, pur non rientrando il caso della signora Dragan fra quelli cui solitamente ci interessiamo, siamo intervenuti e, assieme all’Associazione Europea per la Tutela del Cittadino Contribuente ( http://www.tutelare.it/ ), segnatamente nella persona della Presidente Silvana Munaretto, e all’ Unione Inquilini di Udine  stiamo costruendo un’azione di VERA tutela sociale.
A presto su questo sito i particolari.
Seguiteci e unitevi a noi!
Renato Valusso

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RINGRAZIAMENTO…

Ringrazio Babbo Natale e la Befana perché anche quest’anno mi hanno portato dei ricchi, magnifici doni.

Anche quest’anno ho ricevuto da loro, alla stessa stregua di tanti altri, disoccupazione, false promesse, ipocrisia e indifferenza.

Ringrazio Babbo Natale e la Befana per le ceste cariche di tasse, imposizioni e di fiumi di parole vane nei salotti televisivi e sui giornali.

Ringrazio Babbo Natale e la Befana a nome di tutti coloro che non hanno avuto un soldo in tasca per fare un regalo ai loro cari, di quelli che hanno gioito per la mancanza di lavoro e per uno sfratto per morosità incolpevole…tanto, colpevole o no, ti buttano fuori lo stesso.

Ringrazio Babbo Natale e la Befana per averci chiesto i soldi per il canone di una TV che serve solo a loro e per aver mandato Equitalia anche a chi non ha neanche più di che fare la spesa.

Vedo con soddisfazione che tutti i desideri che ho espresso nella mia letterina sono stati pienamente esauditi.

Vi ringrazio, caro Babbo Natale e cara Befana e, vi prego, continuate così.

Mandi.

Mauro D.

HAI BISOGNO DI CASA E LAVORO? ALLORA DEVI ESSERE RIEDUCATO…

screen video sizeAmici del blog, eccovi qui un video, uscito di recente su YouTube, in cui troverete una testimonianza coraggiosa e sincera riguardo alle drammatiche “storture” che abbiamo segnalato nel post precedente a questo (v. qui) del servizio socio-assistenziale pubblico, nel nostro Paese in genere e, nella fattispecie, proprio qui a Udine.
Ascoltate, divulgate e mettetevi in contatto con noi di Friuli Contro La Crisi se ritenete di essere fra coloro che hanno subito situazioni come quella descritta nell’intervista qui riportata o se le state conoscendo.
Noi di FCLC siamo a Vostra disposizione.
Scriveteci a: [email protected]
A presto.
Renato Valusso

DISOCCUPATO E SFRATTATO? DEVI ESSERE PER FORZA ALCOLISTA, TOSSICO O ASOCIALE.

Amici di Friuli Contro la Crisi, questa volta tocchiamo un nervo scoperto del nostro sistema – se così possiamo definirlo – assistenziale.
Le molte pecche dell’ormai quasi inesistente welfare italiano sono tristemente note e in questo breve post di oggi ci occuperemo di quello che forse è uno dei lati peggiori di questa macchina burocratica lenta, inefficace, spesso perfino lesiva dei diritti del cittadino che, costretto dalla necessità, vi si accosta.
A Udine e in Friuli in genere, infatti, lo stato sociale rispecchia più o meno la situazione nazionale.
Da quando siamo presenti sul territorio, noi di FCLC siamo stati contattati spesso da cittadini che, rimasti privi di un lavoro sicuro a causa della crisi economica, si sono ritrovati in un secondo tempo a perdere anche la casa, perché impossibilitati a onorare un affitto o il mutuo; la maggior parte di essi si era rivolta speranzosa alle istituzioni pubbliche, chiedendo di essere aiutata a ritrovare un’occupazione e un alloggio per se stessi e per la propria famiglia, constatando poi che poco o nulla veniva posto in essere e che, il più delle volte, la loro comprensibile richiesta di aiuto finiva con il ritorcersi contro di loro.
Ormai conosciamo fino alla noia i racconti del modus operandi freddo, impersonale, tranne poche eccezioni, degli operatori dell’assistenza sociale, il loro modo di porsi, più simile a quello di cinici burocrati che al fare umano e comprensivo che dovrebbe contraddistinguere chi si dedica a tale compito.
Ci siamo sentiti ripetere molte volte di colloqui che finivano per sembrare degli interrogatori di polizia, del modo in cui viene sovente posta in discussione la capacità o la serietà di persone che per mesi e anni tutto hanno tentato per rioccuparsi ed evitare così l’umiliante situazione di chi si sente ormai a un passo dal baratro.
Ebbene, per molti la parte peggiore doveva ancora venire ed era quella che toccava loro al momento di incontrare e conoscere l’assistenza sociale.
A Udine, in particolare, numerosi sono i casi di chi viene finalmente indirizzato a delle comunità destinate al recupero sociale di soggetti disadattati, anziché venire semplicemente aiutato a occuparsi, per esempio, o a trovare un alloggio; ci sono stati casi di madri, rimaste senza alcun sostegno economico, che sono state “consigliate”, per risolvere almeno temporaneamente la loro situazione, di raccontare circostanze non vere o esagerate di maltrattamenti e abusi da parte di mariti e conviventi, per venire in tal modo “ammesse” in strutture protette, cui altrimenti non avrebbero potuto accedere.
Così come ad altri viene fatto capire chiaramente che conviene accettare l’etichetta di alcolista o di psicolabile per poter ricevere un minimo di aiuto.
Quante volte ci siamo sentiti riferire di frasi come questa: “Vede, Lei è depresso; in queste condizioni come fa a lavorare e a gestire una famiglia?”
Ora, che una persona che da un anno o giù di lì non lavora, non guadagna e si vede prossima a perdere la casa, possa non essere precisamente allegra è un fatto comprensibile: ma perchè insistere a tutti i costi sul fatto che un umore piuttosto tetro, frutto di una situazione più che concreta, debba essere necessariamente figlio invece di un disagio psicologico, magari preesistente, e che si deve curare con una terapia farmacologica?
Frequente anche il caso di genitori, persone normali che mai hanno trascurato la famiglia, che, dopo essersi risolti a chiedere aiuto all’assistenza sociale, devono in seguito sudare sette camicie per evitare di vedersi portare via i figli minori a causa della loro, secondo gli assistenti, “manifesta incapacità” a provvedere al loro sostentamento.
Fermo restando che, nei casi in cui esistono realmente dei presupposti per parlare di mancanza dei requisiti morali da parte dei genitori, è lecito l’affidamento del minore a persone più idonee umanamente a svolgere questo ruolo, le nostre leggi parlano chiaro: un bambino o un minore in genere non deve essere tolto alla sua famiglia SOLO sulla base della mancanza di mezzi economici della stessa.
Questi sono e restano degli ABUSI.
Tuttavia, a questo punto, viene spontaneo porsi una domanda: a vantaggio di chi va veramente tutto questo? chi guadagna, nel senso economico del termine, dal ghettizzare le persone in difficoltà, assimilandole praticamente tutte o quasi nella categoria dei disadattati sociali, quindi di coloro che sono i responsabili in primis del proprio stato di emarginazione?
E questa è una domanda a cui noi di Friuli Contro La Crisi riteniamo di poter già in parte rispondere, anche per ciò che riguarda Udine e provincia, e ci farà piacere conoscere anche l’opinione dei nostri lettori in merito a questo spinoso argomento, di cui ci impegniamo a parlare presto di nuovo e in modo approfondito sul nostro blog e dovunque ci venga concessa ospitalità.
Come sempre, per le Vostre considerazioni e le Vostre storie: scriveteci a [email protected].
A presto.

Renato  Valusso

LA REALTA’ di Giovanni Coss

Mentre aspetto davanti alla scuola l’uscita di mia figlia, incontro vecchi conoscenti.
Mi pongono la classica domanda di rito “- Come va? Dove lavori?” .
La mia risposta è sempre la stessa da tre anni:
” Si tira avanti, sono disoccupato e cerco di campare con lavori saltuari”. Nei loro occhi leggi prima stupore, poi lo sguardo si rattrista, prendono forse coraggio e ti rispondono”- Pure io, non trovo lavoro, non c’è lavoro….”.
Nel loro viso, nel tono della voce, avverti disorientamento, rassegnazione. Sembra che non capiscano cosa succede, subiscono senza reagire, sperano….. che io sappia la speranza non crea lavoro, futuro;se non risolvi il problema alla radice, il problema resta.
Perchè non c’è più lavoro? una delle cause si deve attribuire al fatto che non circola denaro: le banche hanno chiuso i rubinetti, le imprese senza denaro non camminano, la gente senza denaro e lavoro non spende e la domanda crolla… effetto domino.
Tasse sempre più elevate, profitti al minimo ( molte aziende chiudono i bilanci in perdita), salari sempre più bassi, potere d’acquisto dimezzato. La politica cosa fa? al momento nulla, cavalca il sogno europeo, lo stesso che ha ridotto alla fame il popolo Greco, che ha massacrato quella Spagna che agli inizi degli anni 2000 stava risorgendo, modernizzandosi.
Si guardano i bilanci del paese, non la gente che soffre, che ha fame, che non può scaldarsi durante l’inverno, che sta al buio perchè anche l’energia elettrica diventa un lusso inaccessibile.
Un Paese che era florido, dove la casa di proprietà era un diritto, dove avere un lavoro era scontato, dove le imprese aprivano e non fallivano, dove i suicidi non erano quasi mai legati a motivi economici, è un Paese che oggi non esiste più.
Chi ha una casa rischia di farsela portare via per un debito di poche migliaia di euro, gente sfrattata e in mezzo a una strada perchè impossibilitata a pagare un affitto dopo aver perso il lavoro o l’azienda, gente che non riesce a fare più di un pasto al giorno perchè i soldi sono sempre meno, i salari sempre più bassi. Un impressionante numero di suicidi attuati da gente STANCA, senza futuro.
Una totale distruzione del tessuto sociale: ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.
La classe media in via di estinzione.
Come i diritti, dopotutto.
Se il popolo non reagisce, non può che soccombere.
Dobbiamo prendere in mano il nostro futuro, quello dei nostri figli. Far sentire la voce della nostra gente.
JFK diceva:” Non chiederti cosa può fare il paese per te, ma cosa tu puoi fare per il tuo paese”.
Questo paese ci appartiene, è NOSTRO, non di una classe politica inefficiente, inconcludente.
Dobbiamo far sentire la nostra voce, rivendicare i nostri diritti che sono lavoro e casa.
Non dobbiamo essere in pochi: dobbiamo essere tutti.
Anche chi ha un lavoro precario, sottopagato.
Anche chi vive in un relativo benessere: i miei conoscenti qualche anno fa non avevano ansie, perchè il problema non li aveva ancora toccati, ma comunque erano destinati a finire nel girone dantesco innescato da politiche innefficaci e distruttive.
Non solo disoccupati, imprenditori falliti, precari: dobbiamo essere tutti, ma proprio tutti, uniti.
Non aspettatevi che qualcuno risolva i problemi per voi, perchè a quel qualcuno potrebbe non interessare niente della vostra vita, del vostro futuro.
Per contatti: [email protected]

Giovanni Coss