Morire per Maastricht

morire per Maastricht

Morire per Maastricht

Morire per Maastricht, il titolo di un libro che ho sempre trovato agghiacciante.

Autore Enrico Letta, allora, nel ’97, giovane rampollo democristiano, oggi premier del governo.

Accanito sostenitore dell’€uro e dell’Europa, qualcosa per lui di irrinunciabile per questo Paese.

Tanto irrinunciabile che poi per Maastricht qualcuno ci è pure morto per davvero…

Non certo l’autore del libro, nè qualche suo onorevole collega; semplici cittadini, onesti imprenditori che questa Europa ha trascinato nel baratro, nell’incertezza di un futuro che ogni giorno diventa sempre più nero.

Un’idea di un Europa unita, che sta mietendo vittime per nulla.

Non più solo lacrime e sangue, non più solo sacrifici economici: c’è chi ha dato la vita. C’è chi non ha più avuto la forza di andare avanti e ha detto basta.

Non un gesto di vigliaccheria, come molti possono pensare, ma di disperazione e rassegnazione.

Il più completo abbandono da parte dello Stato che a sua volta diventa carnefice.

Anche la nostra terra, il Friuli, ne è stata purtroppo protagonista in questo ultimo periodo: un imprenditore e un operaio ai quali è stato cancellato un futuro e non è stato fatto nulla per impedirlo.

Prendendo spunto da una frase dell’economista Borghi, ma che potrebbero pure aver pronunciato un Bagnai o un Rinaldi, o un premio Nobel come Krugman, “ creano disoccupazione per abbassare i salari”.

Appunto, CREANO….

Quindi una CRISI studiata a tavolino, voluta per distruggere, fare male, decimare il popolo che lavora, ridurlo alla fame, alla disperazione.

Un esercito di disoccupati e di partite IVA senza introiti, che ogni giorno diventa sempre più grande.

Adesso non si tratta più di essere i più bravi , ma i più forti a sopportare le ingiustizie sociali.

Settant’anni di lotte per i diritti civili, spazzate via in un decennio.

C’è chi tenta una guerra di resistenza, vincerà qualche battaglia, ma non la guerra se non avrà l’orgoglio di riprendersi ciò che gli spetta. C’è chi si attacca al suo lavoro mal retribuito senza diritti, nella paura che opponendosi perderà tutto. Ma ha già perso tutto se non reagirà. E dovrà decidere: o morire per Maastricht o essere schiavo.

Giovanni Coss

 

2020 :DOVE CI PORTERA’ L’EUROPA

europa 2020

 

Noi di Friuli Contro La Crisi, oltre ad occuparci di disagio sociale e mala politica sul territorio, teniamo sott’occhio anche quello che la UE propone e fa.
Pubblichiamo oggi dei dati riguardanti gli obiettivi sanciti dalla UE per il 2020, e sono alquanto inquietanti.

Premettiamo che noi di FCLC non siamo euroscettici per MODA, ma sulla base di dati verificati.

Quindi leggendo questo documento che pubblichiamo di seguito, non possiamo non esprimere alcune considerazioni.
Se entrare in Europa e nell’Eurozona doveva significare migliorare la qualità della vita, oggi questo benessere promesso non lo vediamo, anzi ci ritroviamo peggio ma molto peggio di quando siamo entrati. Se poi leggiamo i dati del documento, la situazione che viene auspicata nel 2020 non sarà tanto rosea.

Lasciamo al lettore una personale analisi: noi diciamo solo che se quello è il futuro che ci aspetta, è meglio abbandonare l’Europa e tornare il nostro piccolo paese con il suo MADE IN ITALY di produzioni fatte non di quantità ma di qualità, apprezzate e invidiate in tutto il mondo.
Made in Italy distrutto da politiche sbagliate: cambio Euro Lira svantaggioso nei confronti del Marco Tedesco e austerity ingiustificata. Infatti il problema non è economico, ma politico.
Quindi anche per il Friuli Venezia Giulia sarà ancora dura venire fuori da questa crisi, anche perché la maggior parte delle piccole e medie imprese hanno già chiuso 
e le grosse multinazionali stanno prendendo la strada della delocalizzazione.

Avremo ancora più disoccupazione che si va ad aggiungere a quella già esistente. Oggi i disoccupati in regione sono 41000, più i 15000 cassaintegrati e i 18000 in mobilità. Tutto questo alla fine si traduce in un crollo della domanda sul territorio che porta alla chiusura di quelle attività commerciali che vivono proprio di quelle persone che guadagnano un salario.

Il cane che si morde la coda…

Per visionare la tabella clikka qui

Giovanni Coss

UNITI CONTRO L’USURA BANCARIA: L’APPELLO DI ELVIO ERMACORA.

BANKSTER

Riportiamo pari pari l’articolo di Elvio Ermacora apparso su Il Quotidiano Fvg di sabato 14 dicembre 2013.
Siamo solidali con questa iniziativa e altre che potranno venire intraprese sul territorio regionale e nazionale, per lanciare finalmente un contrattacco alla dittatura bancaria e finanziaria che ci vessa ogni giorno di più.
r. v.

 

Nonostante le Procure della Repubblica della nostra Regione stiano quotidianamente ricevendo denuncie contro le banche per usura ed estorsione, e che le stesse comincino a rinviare a giudizio i responsabili di tali gravi reati, ci sono ancora sulla piazza molti “Bankster”.
Tale neologismo creato dall”Economist”, si addice appieno a quelle banche che continuano a perseverare in tali azioni gravemente lesive della persona, della dignità umana e delle attività economiche e che sono la causa principale della crisi mondiale ora in atto… Le banche devono tornare ad avere la valenza sociale che avevano alla loro nascita è cioè quella
di dare credito a favore dell’economia, del lavoro e della società tutta.
Non quella di estorcere danaro a micro, piccoli, medi imprenditori,commercianti, artigiani, professionisti, che sono la spina dorsale dell’economia italiana.
Le banche non devono continuare a investire in derivati tossici, in speculazioni finanziarie, in finanza derivata, in mutui subprime, in poche parole nella finanza virtuale e speculativa.
Questo non lo possono fare con i nostri soldi e con quelli regalati dai Governi.
Esercizi pubblici, artigiani, piccole aziende che chiedono 2/3/4mila euro di fido per poter continuare a sopravvivere (non a vivere) vengono umiliate da certi direttori di banca, che non si degnano di concedere loro un misero prestito, nonostante le garanzie che i clienti possono prestare loro.
Allora mi chiedo, dove stanno i 4.500 miliardi di euro che i Governi Ue hanno dato alle banche dall’inizio della crisi ? Cosa
ne hanno fatto di quell’enorme massa di danaro? A chi lo hanno dato?
Se lo sono tenuti nei loro forzieri per continuare a giocare alla finanza creativa, al pagamento dei mega stipendi e delle buone uscite dei loro capi che, se anche incriminati, hanno ricevuto un milionario Tfr a spese dei risparmiatori?
Negli Us gli aiuti concessi alla banche ora cominciano
a dare i loro frutti, infatti, si stanno creando centinaia di migliaia di posti di lavoro al mese.
In Italia invece le banche come si comportano con i nostri risparmi? Li concendono ai manager privati più indebitati d’Italia, alle grandi imprese, a chi ha già i soldi per investire finanziariamente e non nell’economia reale.
É ora di dire basta.
Imprese che resistono, comitato 9 dicembre, associazioni a tutela degli imprenditori e del credito si uniscano e facciano sinergia per stroncare finalmente e definitivamente tutto questo.
Noi ci uniremo a loro e cominceremo con l’organizzare degli incontri, ai quali potranno partecipare tutti i possessori di partita Iva, sabato 21 dicembre 2013, trovandoci presso la sede sociale dell’Aibim, a Montenars, in via Zampariul 2 alle10.(www.aibim.org).
Unitevi a noi, non abbiate paura o vergogna, siamo tutti uguali in questo momento, solo l’unione può salvarci e solo insieme
potremmo esporre, finalmente, il “Wanted” delle banche e dei banchieri Bankster.

E LV I O ERMACORA

[email protected]

bank 21dic