NON RESTARE A GUARDARE, SII PROTAGONISTA.

IN QUESTO INTERVENTO, ABBIAMO VOLUTO RIBADIRE I CONCETTI GIA’ EVIDENZIATI NEL PRECEDENTE POST SUL BLOG:
FRIULI CONTRO LA CRISI CHIEDE A VOI CITTADINI FRIULANI UNA MAGGIORE PARTECIPAZIONE, UN ATTEGGIAMENTO MENO PASSIVO, PER COMBATTERE ASSIEME QUESTA CRISI ECONOMICA CRESCENTE ATTRAVERSO LE PROPOSTE CHE VOGLIAMO FARE AL MONDO DELLA POLITICA.
MUOVIAMOCI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.
PER CONTATTI: [email protected]

Un Grazie all’Informazione Onesta

articolo il Friuli

 

Ecco l’ intero articolo che riguarda Friuli Contro La Crisi apparso sul settimanale Il Friuli: http://www.ilfriuli.it/…/Un_blog_per_far…/2/129721
Un vivo ringraziamento al direttore Giovanni Bertoli e a Rossano Cattivello, autore dell’articolo.
Giovanni Coss
Mauro Decorte
Renato Valusso

FCLC tira il primo bilancio

bilancio 3 mesi

9 novembre-28 febbraio: i primi 3 mesi e mezzo di FCLC.

Facciamo oggi un primo bilancio di quello che è stato il nostro operato.

Il numero di persone che ci seguono sta aumentando di giorno in giorno; l’omertà, la vergogna, la mancanza di informazione vengono sostituite dalla consapevolezza.

Sempre più gente che vuole partecipare al nostro progetto, che vuole riconquistare i propri diritti ma soprattutto la propria dignità, cancellata da politiche errate e sconsiderate.

Si sono unite persone semplici e persone con un alto bagaglio professionale, capaci e preparate: assieme a loro, stiamo cantierando progetti semplici ma efficaci.

Insomma quello che basta per ridare fiducia e soprattutto sostentamento a quelle famiglie che ora hanno perso un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione: il LAVORO.

Noi di FCLC non siamo per l’assistenzialismo: noi siamo per la produttività. Non dobbiamo pesare su chi ancora ha un lavoro ed è già massacrato dalle tasse. Siamo per l’eguaglianza, perchè tutti abbiamo diritto ad avere una vita dignitosa.

Dei progetti, ne parleremo in forma più dettagliata nelle prossime settimane.

Noi, come spesso ripetuto su questo blog e nei media, non vogliamo fare politica né sostituirci ad essa: noi vogliamo solo essere promotori di idee fattibili che le istituzioni già esistenti ed elette democraticamente possono mettere in atto.

In questi 3 mesi abbiamo bussato alle porte di queste istituzioni: qualcuno ci ha aperto e ascoltato, qualcuno ancora non ci ha dato né risposte né segnali.

Il Comune di Udine, nella figura del primo cittadino Furio Honsell e due dei  suoi Assessori, Nonino e Giacomini, ci ha ricevuto e ascoltato.

Purtroppo le politiche economiche imposte dalla Regione e dal governo centrale e l’attuale mancanza di fondi da parte dello stesso Comune hanno reso vane le nostre prime richieste.

Niente fondi, niente progetti, ma soprattutto impossibilitati anche ad intervenire nell’emergenza casa, ormai una piaga per molte famiglie friulane.

Abbiamo bussato anche alla Presidenza della Regione FVG, ma ad oggi ancora nessuna risposta, anche dopo i nostri solleciti. Noi aspettiamo.

Ci dispiace che la figura che rappresenta qualche milione di persone, che si è offerta di ricoprire il ruolo di Presidente e rappresentante di tutti i cittadini presenti sul nostro territorio, non abbia trovato 5 minuti per risponderci.

Speriamo che Lei, Presidente Debora Serracchiani, legga questo appello e si metta in contatto con noi.

Può scriverci anche di notte, se lo desidera.

Sappiamo che è parecchio impegnata ma cerchi cortesemente di trovare quei 5 minuti.

In questi giorni ho avuto modo d’incontrare nel suo ufficio l’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Udine, la Dott.ssa Elisa Battaglia: nell’occasione ho potuto raccontare cosa fa FCLC, ottenendo un giudizio positivo sul nostro operato.

La cosa ci gratifica e ci dà la forza di andare avanti.

Noi siamo pronti a lavorare e a costruire.

A voi istituzioni il compito di esaminare i nostri progetti e, se ritenuti validi, di farli partire.

Giovanni Coss

Qui sotto riportiamo l’intervento di Renato Valusso al TG serale di Telepordenone del 26 febbraio 2014

 

Morire per Maastricht

morire per Maastricht

Morire per Maastricht

Morire per Maastricht, il titolo di un libro che ho sempre trovato agghiacciante.

Autore Enrico Letta, allora, nel ’97, giovane rampollo democristiano, oggi premier del governo.

Accanito sostenitore dell’€uro e dell’Europa, qualcosa per lui di irrinunciabile per questo Paese.

Tanto irrinunciabile che poi per Maastricht qualcuno ci è pure morto per davvero…

Non certo l’autore del libro, nè qualche suo onorevole collega; semplici cittadini, onesti imprenditori che questa Europa ha trascinato nel baratro, nell’incertezza di un futuro che ogni giorno diventa sempre più nero.

Un’idea di un Europa unita, che sta mietendo vittime per nulla.

Non più solo lacrime e sangue, non più solo sacrifici economici: c’è chi ha dato la vita. C’è chi non ha più avuto la forza di andare avanti e ha detto basta.

Non un gesto di vigliaccheria, come molti possono pensare, ma di disperazione e rassegnazione.

Il più completo abbandono da parte dello Stato che a sua volta diventa carnefice.

Anche la nostra terra, il Friuli, ne è stata purtroppo protagonista in questo ultimo periodo: un imprenditore e un operaio ai quali è stato cancellato un futuro e non è stato fatto nulla per impedirlo.

Prendendo spunto da una frase dell’economista Borghi, ma che potrebbero pure aver pronunciato un Bagnai o un Rinaldi, o un premio Nobel come Krugman, “ creano disoccupazione per abbassare i salari”.

Appunto, CREANO….

Quindi una CRISI studiata a tavolino, voluta per distruggere, fare male, decimare il popolo che lavora, ridurlo alla fame, alla disperazione.

Un esercito di disoccupati e di partite IVA senza introiti, che ogni giorno diventa sempre più grande.

Adesso non si tratta più di essere i più bravi , ma i più forti a sopportare le ingiustizie sociali.

Settant’anni di lotte per i diritti civili, spazzate via in un decennio.

C’è chi tenta una guerra di resistenza, vincerà qualche battaglia, ma non la guerra se non avrà l’orgoglio di riprendersi ciò che gli spetta. C’è chi si attacca al suo lavoro mal retribuito senza diritti, nella paura che opponendosi perderà tutto. Ma ha già perso tutto se non reagirà. E dovrà decidere: o morire per Maastricht o essere schiavo.

Giovanni Coss

 

2020 :DOVE CI PORTERA’ L’EUROPA

europa 2020

 

Noi di Friuli Contro La Crisi, oltre ad occuparci di disagio sociale e mala politica sul territorio, teniamo sott’occhio anche quello che la UE propone e fa.
Pubblichiamo oggi dei dati riguardanti gli obiettivi sanciti dalla UE per il 2020, e sono alquanto inquietanti.

Premettiamo che noi di FCLC non siamo euroscettici per MODA, ma sulla base di dati verificati.

Quindi leggendo questo documento che pubblichiamo di seguito, non possiamo non esprimere alcune considerazioni.
Se entrare in Europa e nell’Eurozona doveva significare migliorare la qualità della vita, oggi questo benessere promesso non lo vediamo, anzi ci ritroviamo peggio ma molto peggio di quando siamo entrati. Se poi leggiamo i dati del documento, la situazione che viene auspicata nel 2020 non sarà tanto rosea.

Lasciamo al lettore una personale analisi: noi diciamo solo che se quello è il futuro che ci aspetta, è meglio abbandonare l’Europa e tornare il nostro piccolo paese con il suo MADE IN ITALY di produzioni fatte non di quantità ma di qualità, apprezzate e invidiate in tutto il mondo.
Made in Italy distrutto da politiche sbagliate: cambio Euro Lira svantaggioso nei confronti del Marco Tedesco e austerity ingiustificata. Infatti il problema non è economico, ma politico.
Quindi anche per il Friuli Venezia Giulia sarà ancora dura venire fuori da questa crisi, anche perché la maggior parte delle piccole e medie imprese hanno già chiuso 
e le grosse multinazionali stanno prendendo la strada della delocalizzazione.

Avremo ancora più disoccupazione che si va ad aggiungere a quella già esistente. Oggi i disoccupati in regione sono 41000, più i 15000 cassaintegrati e i 18000 in mobilità. Tutto questo alla fine si traduce in un crollo della domanda sul territorio che porta alla chiusura di quelle attività commerciali che vivono proprio di quelle persone che guadagnano un salario.

Il cane che si morde la coda…

Per visionare la tabella clikka qui

Giovanni Coss

Il Coordinamento 9 Dicembre a Udine: non chiamateli Forconi.

coordianmento 9 dicembre Udine

Anche a Udine, come in molte altre città italiane, il popolo è sceso in strada a protestare contro questo governo.
La crisi, la mancanza di lavoro, i fallimenti delle aziende, un welfare precario se non inesistente, tassazione alle stelle, una classe politica illegittima, sono state le scintille che hanno unito persone di qualsiasi orientamento politico, età e categoria in piazza sotto un’unica bandiera: il Nostro Tricolore.
Nessuno se lo sarebbe neppure immaginato fino a qualche settimana fa ma il miracolo è successo.
Tutti uniti per una stessa causa.
Dove la politica ha diviso per anni, il Coordinamento 9 dicembre ha unito.
Questo è un segnale forte, di cui i partiti e il governo devono tenere conto.
Se la gente scende in piazza così, i problemi ci sono.
La crisi ha colpito duramente anche il ricco nordest, lasciando i segni.
Nessuno si immaginava una affluenza così elevata, anche perché il popolo friulano è da sempre riservato, difficilmente mostra in piazza il proprio disagio.
Questo è il secondo miracolo: uscire e mostrare la faccia, la rabbia verso chi non ascolta nulla se non il Palazzo di Bruxelles.
Proteste sempre senza scontri, pacifiche e ordinate, ma con parole dure verso chi ha abbandonato il proprio popolo al suo destino.
Un messaggio che devono raccogliere anche le nostre istituzioni sul territorio, perché è anche compito loro ascoltare quello che il popolo chiede legittimamente.
Devo dire che molti politici che si sono sempre lamentati del populismo nei loro confronti, non sono stati da meno nei confronti di chi manifestava per i propri diritti.
Credo che un bagno di umiltà sarebbe necessario per questi rappresentanti del popolo, e che sarebbe meglio cominciare ad ascoltare. La gente è stanca delle promesse non mantenute, è stanca di tirare a campare, è stanca di non avere più un futuro.
Questo è il popolo del 9 dicembre.
Non Forconi, come li ha etichettati la stampa, ma cittadini italiani che chiedono il ripristino dei loro diritti.
Sono stanchi di sentire dibattiti televisivi dove i politici si scaricano la colpa l’uno con l’altro: la politica, anche locale, deve dare risposte reali o deve dichiarare il suo fallimento. Il popolo chiede di essere trattato come un insieme di esseri umani e non come numeri.
Siamo persone, non statistiche.

Il Presidio di piazzale Osoppo a Udine, centro di coordimento di giorno e CASA  per i Ragazzi che presidiavano la notte

Il Presidio di piazzale Osoppo a Udine, centro di coordimento di giorno e CASA per i Ragazzi che presidiavano alla notte.

Da mercoledì 18, i Ragazzi di Udine saranno a Roma assieme agli altri Ragazzi italiani, sempre a manifestare pacificamente, sempre uniti e compatti, sino a quando questo governo non si dimetterà.
Urlando non slogan come qualcuno erroneamente scrive o dice ma diritti.

Buona fortuna Ragazzi.

Alcune riflessioni e domande che porgo alla classe politica che amministra questo Paese, dopo che il 9 Dicembre è sceso in piazza.

Non voglio scendere in populismi da bar ne tantomeno voglio passare per quello che ha dei preconcetti.
Parliamo di Euro e di Europa: l’attuale maggioranza al parlamento è una ferma sostenitrice dell’Euro.
Lo sta difendendo, segue tutto ciò che indicano i trattati e la Commissione Europea.
Le regole vanno seguite, certo, ma ne vediamo anche i risultati: fallimenti e chiusure di aziende, perdite di posti di lavoro e con essi perdita di gettito fiscale, pil e domanda.
Qualcosa non funziona? Pare di si. Se nel novembre del 2011, con l’insediamento del Governo Tecnico Monti e le sue riforme si doveva dare uno stop all’aumento del debito pubblico e un assestamento all’economia, tutto questo non è avvenuto, anzi l’esatto contrario.
Economia stagnante con un pil imbalsamato a zero, aumento della disoccupazione e ancora aziende costrette alla chiusura. Unico dato confortante, le banche non falliscono.
Già, quello è l’unico settore che non conosce crisi e se ha qualche problemino ha gli aiutini dal MES: i cittadini vengono tassati e aiutano le banche private a non fallire. Vi sembra normale ? Per la UE e chi governa l’Italia si.
Loro dicono che se falliscono le banche, il sistema paese crolla…. Ma queste banche quanto partecipano alla vita del paese e ai suoi bisogni ? Direi poco o niente, visto che l’accesso al credito è diventato sempre più difficile: ci sono aziende sane che ancora lavorano e sono costrette a fare i salti mortali perché le banche non concedono crediti per l’acquisto delle materie prime, costringendole a chiudere.
Questi sarebbero VIZI che si dovrebbero eliminare, ma ci vuole la volontà e la capacità politica che fino ad ora sono state assenti.
Siamo in un Paese in cui le banche non fanno più le banche, diciamocelo.
Non vogliono rischiare e preferiscono prendere denaro all’ 1% dalla BCE e comprarsi titoli di stato con interessi al 4-5%: guadagno sicuro senza rischi, ma che alla fine non produce nulla, se non altro denaro per fare denaro. Senza dimenticare che quegli interessi li paga il cittadino. Non si producono più beni a sufficienza, e se non se ne producono non c’è nulla da vendere. E se non c’è nulla da vendere il mercato si blocca. Se il mercato si blocca stiamo tutti a casa ad aspettare… non so cosa.
E il Governo cosa fa ? Segue le regole e se ne vanta: non superare la spesa pubblica imposta dai trattati, cioè il 3% sul PIL, è motivo d’orgoglio.
Quindi se il pil è fermo, la spesa sarà poca. Se lo stato non spende, soldi ne girano ben pochi e quei pochi vengono ripresi dal PAREGGIO DI BILANCIO…(se lo stato spende 100, tassa per 100). Chi ancora segue questo RIGORE made in UE , forse di economia non ne capisce un gran che, oppure mi verrebbe da pensare che ha tutta la voglia di vedere questo Paese in ginocchio.
Sino ad ora non è stato fatto nulla per avere un’inversione di tendenza, anzi, siamo in caduta libera e tra poco sentiremo il tonfo.
Hanno fatto una cosa carina: rateizzato i pagamenti con Equitalia. Fantastici !!! le aziende continuano ad avere una pressione fiscale elevata, un costo del lavoro elevato, ma almeno i soldi glieli scuciono in comode rate.
Cosa è stato risolto? Nulla.
Sino ad ora non si è fatto nulla di concreto, solo tagli, privatizzazioni selvagge e creato il vuoto.
Allora mi chiedo: dove sono tutti questi vantaggi di stare in Europa? La risposta politica e di qualche giornalista asservito o ignorante sarebbe la stessa che ascoltiamo da anni:” se usciamo dall’Euro e dall’Europa l’Italia finirebbe male”. Come se adesso ce la passassimo bene. Una crisi paragonabile solo a quella del ’29, se non peggio.
Chi dice che era necessario entrare in Europa per il bene dell’economia, mi spiega come mai un paese come l’Ungheria, che non ha aderito all’eurozona, cresce del 2,5% annuo ?
Stiamo parlando di un paese dove non hanno il nostro know out, non hanno una cosina che si chiama made in italy. E non sono obbligati a stare ai dettami imposti dalla UE.
Ma non è che ci avete ingannati ? Oppure è stata la vostra incapacità a portarci a tanto? In ambedue i casi è molto grave quello che sta accadendo.
Adesso dovete porre rimedio, altrimenti non possiamo dire che sia ingiustificata la manifestazione di dissenso che vediamo nelle piazze oggi. E ricordo che non è un dissenso verso una ideologia, ma verso una precisa decisione di intraprendere politiche economiche distruttive.
Scendete dal vostro mondo dorato e cominciate a vivere nella realtà di un Paese che sta morendo.
Alle prossime elezioni non vi basterà vincere: dovrete dimostrare responsabilità e capire una volta per tutte che questo Paese non è vostro, ma del popolo italiano.
Il mio è populismo ? No, perché sino ad ora non ho menzionato minimamente i vostri privilegi pagati sempre dalle tasche degli italiani.
Prendere in considerazione l’idea di tornare a una sovranità monetaria e popolare, non sarebbe poi così male.
Non lo dico io: lo dicono sei premi Nobel per l’economia.
Poi, voglio dire a quei politicanti di professione, che nei loro congressi dicono il contrario e che si renderanno responsabili della gente che si suicida, della gente che dorme in strada, della gente che non mangia, del futuro delle prossime generazioni.
Questa è una NAZIONE, non una Company che deve essere smantellata e ottimizzata secondo i canoni dei geni di WALL STREET.
Non dimenticatevelo…..

Giovanni Coss

PROPOSTE SERIE, NON SLOGAN PUBBLICITARI.

articolo uscito sul Messaggero Veneto  di Domenica 8 dicembre

articolo uscito sul Messaggero Veneto di Domenica 8 dicembre 2013

Amici, ci stiamo muovendo.
Quello che facciamo non è solo per dare una mano alle singole persone: noi vogliamo che le istituzioni pubbliche, che esistono per i cittadini e grazie ai cittadini, si attivino per creare delle vere risposte sul territorio alla crescente crisi economica, una crisi spaventosa di cui conosciamo l’inizio nella nostra regione, da un paio d’anni a questa parte, ma di cui purtroppo non si intravede la fine.
Prima che sia troppo tardi, uniamoci, noi cittadini, e facciamo sentire la nostra voce.
Per questo, se siete in difficoltà per motivi legati alla mancanza o alla scarsità di lavoro e di reddito o se siete stati lasciati soli da un welfare ormai inesistente, non esitate a mettervi in contatto con noi: scriveteci a [email protected] e formate assieme a noi un gruppo sempre più numeroso, sempre più grande, sempre più forte.
Solo così potremo giungere a cambiare veramente più di qualcosa.
Inoltre, un altro elemento fondante della nostra azione è il voler proporre idee e possibili soluzioni non in modo demagogico e superficiale, come spesso avviene, ma costruendo in modo serio e strutturato le proposte da rivolgere alle istituzioni.
Noi non diremo mai: “Ecco, l’idea è questa, più o meno. Adesso fate voi, se volete.”
Sarebbe troppo facile, per noi e per loro: noi presentiamo proposte chiare e articolate fin nei dettagli.

Articolo uscito sul Messaggero Veneto di domenica 8 dicembre 2013

Articolo uscito sul Messaggero Veneto di domenica 8 dicembre 2013

Noi non siamo a caccia di voti e di facile consenso, non abbiamo bisogno di persone da prendere per il naso, mostrando loro che “facciamo” ( anche se magari in realtà si fa solo demagogia ) ma vogliamo rappresentare la parte di cittadini che non si ferma all’apparenza ma che vuole andare alla sostanza delle cose.
Se volete essere con noi, vi aspettiamo.
Avanti Sempre.
Renato Valusso

CAMBIARE: SOLUZIONI SEMPLICI ED EFFICACI AL POSTO DI UNA BUROCRAZIA ANTIUMANA.

Articolo pubblicato dal Messaggero Veneto del 5 dicembre 2013. Articolo scritto dalla giornalista Rosalba Tello

Articolo pubblicato dal Messaggero Veneto del 5 dicembre 2013.
Articolo scritto dalla giornalista Rosalba Tello

Prendendo lo spunto dalla vicenda di Franco Lino Lenarduzzi, il 53enne che dal mese di luglio scorso è costretto a vivere in una tenda in riva al Natisone a Case di Manzano, di cui ci siamo già occupati in un altro post (v.), noi di FCLC vogliamo aprire un dibattito rivolto a cittadini e istituzioni che è anche occasione per preannunciare una nostra proposta, per ora in fase di ideazione, ma che ci impegneremo per far diventare proposta di legge.
Abbiamo visto che Lenarduzzi, malgrado viva di lavori precari (che difficilmente potranno trasformarsi presto in una occupazione stabile, vista l’attuale situazione di crisi economica e l’età dell’uomo) e sia privo di una dimora, non possiede i requisiti di legge per accedere all’assegnazione di una casa ATER.
Partiamo dal presupposto che chiunque ha necessità di un lavoro per potersi mantenere e di una casa per vivere normalmente (per casa non intendiamo una stanza, che può andare bene per un periodo limitato di tempo ma certo non per tutta la vita) e che stiamo parlando di cittadini disponibili a impegnarsi per pagare tutte le spese.
Ora, la società si regge essenzialmente sul lavoro dei cittadini; la società è formata dall’insieme dei cittadini.
Lo Stato è, in sintesi, l’espressione istituzionale di questa società; né avrebbe alcun senso uno Stato separato e lontano dalla cittadinanza, senza la quale esso stesso non potrebbe esistere.
La domanda che poniamo è questa: perché complicare inutilmente le cose, fino a assistere a simili aberrazioni? fino al punto che, se anche fai fatica a mettere assieme il pranzo con la cena e non hai un posto dove abitare, per lo Stato, la Regione o il Comune non possiedi i “requisiti” per accedere a quattro pareti? mentre magari, e capita spesso, altri meno svantaggiati ricevono aiuti e agevolazioni?
Lo stesso discorso vale per quanto riguarda il lavoro: perché un Comune o una Provincia o una Regione non devono avere gli strumenti per poter intervenire con tempestività in casi di conclamato bisogno, anziché doversi attenere per prassi a graduatorie i cui criteri sono spesso così “barocchi” da privilegiare chi magari poi tanto bisogno non ha (vedasi il caso di chi percepisce l’assegno di mobilità contrapposto a quello di chi non percepisce nulla, ecc.)?
Anche per queste situazioni Friuli Contro La Crisi ha in cantiere alcune proposte chiare e semplici.
Urgono degli interventi a livello legislativo, per modificare e semplificare gli assurdi iter burocratici che servono ormai esclusivamente a mantenere una burocrazia parassitaria e nemica dell’uomo e del cittadino.
Una vera democrazia non vive di sterili cartacce ma di fatti concreti e al servizio dei cittadini.
Cogliamo l’occasione per lanciare un appello, dalle pagine di questo blog: se fra chi ci legge c’è un legale, un funzionario pubblico che non ha paura della disapprovazione delle “alte sfere”, un cittadino orgogliosamente tale che ritiene di possedere le competenze tecniche e giuridiche per poterci coadiuvare nell’estensione di una proposta di legge mirata a rendere più semplice e veloce l’assegnazione di alloggi popolari e comunali ai cittadini in situazioni di grave e urgente necessità e a rendere facile e immediato l’accesso al lavoro di persone bisognose e svantaggiate a causa dell’età o di altri fattori oggettivi, si faccia avanti.
Noi di Friuli Contro La Crisi aspettiamo persone di questo spessore per cominciare un’azione di vero cambiamento e per conferire una dignità democratica a questo povero Paese, di cui il Friuli fa parte, annichilito da leggi assurde e da una politica asservita esclusivamente ai quattrini.

Renato Valusso
Mauro Decorte
Giovanni Coss

Emergenza sfratti: Friuli Contro La Crisi e l’Unione Inquilini di Udine chiedono un incontro alla Presidente Serracchiani.

copia della lettera inviata alla Presidente del FVG DEBORA SERRACCHIANI

lettera a debora serracchiani

Alla Presidente della

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Ogg: emergenza sfratti – richiesta di incontro

I sottoscritti rappresentanti regionali dell’Unione Inquilini e del Comitato “Friuli contro la crisi” chiedono alla S.V. un incontro urgente sul tema dell’emergenza sfratti, che sta diventando drammatico anche nella nostra Regione. La crescente disoccupazione sta spingendo verso la morosità incolpevole settori crescenti della popolazione: prima si perde il lavoro e poi si perde la casa.

Su questo punto la Regione, pur in presenza di risorse limitate, può fare molto. Anche traendo ispirazione dall’esempio virtuoso rappresentato dalla Legge Regionale toscana 12 dicembre 2012 n. 75 (che si allega in copia) che – attraverso l’istituzione delle “commissioni territoriali per il contrasto del disagio abitativo” è riuscita a promuovere in modo efficace “azioni coordinate al fine di garantire la sostenibilità sociale dello sfratto e favorire il percorso di passaggio da casa a casa dei soggetti che non sono in possesso di altra abitazione adeguata al proprio nucleo familiare”.

I sottoscritti suggeriscono altresì di prendere in considerazione l’ipotesi di ristrutturazione di immobili demaniali in disuso da poter destinare all’accoglienza di nuclei familiari sfrattati, snellendo l’iter burocratico previsto ordinariamente in questi casi.

Certi di un positivo riscontro si porgono distinti saluti.

Per Unione Inquilini via Tolmezzo 87 Udine

Mauro De Agostini

[email protected]

http://unioneinquiliniudinepordenone.wordpress.com/

Per Il Comitato “Friuli contro la crisi”

Renato Valusso

[email protected]

http://friulicontrolacrisi.altervista.org/blog/

9 DICEMBRE 2013

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Amici di Friuli Contro La Crisi, vi comunichiamo che anche il nostro gruppo aderisce all’iniziativa che il 9 dicembre prossimo si prefigge, attraverso il blocco ad oltranza delle attività produttive e dei trasporti sul territorio nazionale, di arrivare alle dimissioni dell’intero Parlamento.

L’obiettivo è di costringere Napolitano a sciogliere le Camere e nominare un governo istituzionale che faccia un’altra legge elettorale e ci porti al voto.

Un obiettivo estremamente ambizioso e non sarà facile centrarlo.

Dispiace vedersi costretti a creare un grave disagio alla cittadinanza e al Paese ma è necessario dare un fortissimo segnale all’opinione pubblica e al mondo politico; non possiamo esimerci.

A Udine si presidierà Piazzale Osoppo, a cominciare dalle ore 22 del giorno 8 dicembre: anche noi di Friuli Contro La Crisi saremo là assieme agli altri cittadini che vogliono costruire un’Italia diversa da quella attuale e invitiamo chi vuole unirsi alla nostra lotta, civile e pacifica ma non per questo meno determinata, a raggiungerci.

Ricordiamoci sempre: più siamo più contiamo.

A presto e non arrendiamoci.

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