VOGLIO CAPIRE

Amici, in questa lettera, che un nostro iscritto ha inviato ai più importanti media locali e non solo e che noi pubblichiamo qui, troviamo dei riferimenti a tutti quei fattori che abbiamo evidenziato per anni sul nostro blog, ossia: un mercato del lavoro che esclude chi ha superato la quarantina, l’assenza di vere tutele da parte dello Stato e infine, nota davvero dolente, la scarsa solidarietà, la quasi indifferenza che anche da noi in Friuli accompagna la condizione di chi si arrabatta per campare.
Ci preme rimarcare come da questo scritto emergano due fatti sostanziali che riguardano anche l’impegno di Friuli Contro La Crisi: l’assenza di una politica economica nazionale e regionale volte a rilanciare veramente l’economia e l’incapacità di “fare gruppo” che, purtroppo, abbiamo riscontrato anche nella nostra gente.
Vi invito a leggere la lettera di Claudio: ne vale davvero la pena e, se volete, rispondetegli.
A presto
Renato Valusso

VOGLIO CAPIRE…..

Vi scrivo per capire e voglio capire!!!
Sono un cinquantenne friulano con famiglia e casetta, come da friulano doc; da circa 10 anni lotto con il mondo del lavoro, con contratti a termine, voucher, posti fasulli, ecc.
Mi sono sentito dire di tutto nei colloqui: “sei troppo specializzato”; “troppo vecchio”, “troppo giovane”, “ma lei non conosce questo tipo di attrezzo”, “dovrei pagarla poco per quello che vale” e via di questo passo.
Ho bussato a molte porte, anche di amici  e conoscenti che si nascondono sapendo che hai bisogno di un lavoro, sono andato  anche dal Sindaco…sapete cosa mi ha detto?
 “Ma lei ha una casa, le fa reddito.” 
Significa forse che ogni mese la casa mi dà dei soldi? cosa significa, che un friulano si deve privare della sua casa? dopo tanti sacrifici? 
Non nascondo che ogni tanto vorrei farla finita…ma poi penso che ho una famiglia. 
La voglia  di scappare dal mio Friuli è tanta, ma andare dove? all’estero vogliono solo gente in giovane età. 
E’ straziante svegliarsi alla mattina e chiedersi: “E oggi, cosa faccio?”  
Rimango di stucco quando vedo persone che fanno finta di niente, per loro è un problema tuo, ovviamente sei tu che non vuoi adattarti.
Eppure so di molti altri che non trovano lavoro da molto tempo o che sono obbligati a tirare avanti con lavori saltuari o malpagati!
Dobbiamo imparare dagli extracomunitari , loro si aiutano, scambiandosi le informazioni, si aiutano con l’ospitalità, si aiutano con il mangiare, SI AIUTANO… Noi NO!
E’ inutile lamentarsi, quando siamo i primi a nasconderci, bisogna reagire, la politica guarda alle sue poltrone, non ha tempo per la gente. 
Alla politica, attraverso l’azione di un comitato spontaneo di cittadini, Friuli Contro La Crisi ( http://friulicontrolacrisi.altervista.org/blog/ ), ho proposto qualche soluzione per creare dei posti di lavoro per i disoccupati ma mi sono sentito chiedere “di che partito sei” ( = a me che me ne viene?).
Qualche giorno fa ho visto con i miei occhi persone che cercavano da mangiare nella spazzatura ed erano italiani; credetemi, mi ha fatto molto male vedere questa scena. 
Sono arrivato alla conclusione che finché non ci uniamo e ci aiutiamo, e non  combattiamo per risolvere questo disagio non ci sarà soluzione. 
Anche nel mio lavoro, per anni,  ho sempre cercato di capire perché altri valutavano una situazione da un punto di vista diverso dal mio, cosi facendo capivo il problema e e cercavo di risolverlo. 
Ho sempre detto che noi italiani abbiamo la memoria corta e ricordiamo quello che ci pare, non pensiamo al bene o al male che ha fatto questo o quel politico, ci ricordiamo solo l’ultima parte e quello che ci dice la televisione. 
Vi chiedo solo di riflettere e incominciare a guardarci e aiutarci tra di noi.
Ritorniamo umani: vi ricordate, chi ha vissuto il periodo del terremoto del 1976, quando tutti ci aiutavamo, quando un quartiere o un paese erano come una famiglia?
Dobbiamo ritornare cosi, dobbiamo incontrarci, conoscerci e organizzarci se vogliamo affrontare questa grave crisi economica. 
Proprio per questo, per capire se ci sono altri qui in Friuli che la pensano come me, vi invito a scrivermi a [email protected]

Saluti da CLAUDIO

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CI RISPONDERANNO?

LA PROPOSTA DI FRIULI CONTRO LA CRISI E’ STATA PRESENTATA  A:

Paolo Panontin, Assessore Regionale alle autonomie locali e coordinamento delle riforme, caccia e risorse ittiche, delegato alla Protezione civile;
Prefetto di Udine Dott.ssa Provvidenza Delfina Raimondo;
Sindaco del Comune di Udine Prof. Furio Honsell;
Carlo Giacomello, Vicesindaco e Assessore alla Pianificazione Territoriale del Comune di Udine.

ORA ATTENDIAMO RISPOSTA.

r. v.

AIUTIAMO I PROFUGHI AIUTANDO I NOSTRI DISOCCUPATI

Il gruppo spontaneo di cittadini “Friuli Contro La Crisi” lancia la seguente proposta: in vista dei lavori di ristrutturazione di una palazzina dell’ex caserma Cavarzerani a Udine, allo scopo di ospitare circa 120 profughi, chiediamo che per le operazioni di ripristino dell’immobile si proceda all’assunzione di manodopera specializzata e generica attingendola dalle liste dei disoccupati residenti in Udine e zone limitrofe.
Tutti i membri di Friuli Contro La Crisi offrono fin d’ora la propria disponibilità a partecipare.
Questo perché in tal modo le istituzioni preposte darebbero un forte segnale di equità sia verso coloro che vengono accolti che nei confronti dei cittadini italiani disoccupati.
Questo appello verrà inviato a tutti gli enti pubblici coinvolti nell’iniziativa e diramato a tutti i principali media regionali e nazionali.
Ulteriori notizie presto sul nostro blog.
Renato Valusso  Coordinatore di Friuli Contro La Crisi

AIUTIAMO I PROFUGHI AIUTANDO I NOSTRI DISOCCUPATI

IL GRUPPO SPONTANEO DI CITTADINI FRIULI CONTRO LA CRISI LANCIA LA SEGUENTE PROPOSTA: IN VISTA DEI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DI UNA PALAZZINA DELL’EX CASERMA “CAVARZERANI” A UDINE, ALLO SCOPO DI OSPITARE CIRCA 120 PROFUGHI, CHIEDIAMO CHE PER LE OPERAZIONI DI RIPRISTINO DELL’IMMOBILE SI PROCEDA ALL’ASSUNZIONE DI MANODOPERA SPECIALIZZATA E GENERICA ATTINGENDOLA DALLE LISTE DEI DISOCCUPATI RESIDENTI IN UDINE E ZONE LIMITROFE.
TUTTI I MEMBRI DI FRIULI CONTRO LA CRISI OFFRONO FIN D’ORA LA PROPRIA DISPONIBILITA’ A PARTECIPARE.
QUESTO PERCHE’ IN TAL MODO LE LOCALI ISTITUZIONI DAREBBERO UN FORTE SEGNALE DI EQUITA’ SIA VERSO COLORO CHE VENGONO ACCOLTI CHE NEI CONFRONTI DEI CITTADINI ITALIANI DISOCCUPATI.
QUESTO APPELLO VERRA’ INVIATO A TUTTI GLI ENTI PUBBLICI COINVOLTI NELL’INIZIATIVA E DIRAMATO A TUTTI I PRINCIPALI MEDIA REGIONALI E NAZIONALI.
ULTERIORI NOTIZIE PRESTO SUL NOSTRO BLOG.

r. v.

V. LINK

COOPERATIVA DI LAVORO PER L’AUTOCOSTRUZIONE IN BIOEDILIZIA MEDITERRANEA: APPELLO AI CITTADINI

Friuli Contro La Crisi e l’Associazione Italiana Biocostruire Mediterraneo ( A.I.BI.M.) intendono dotarsi di una struttura operativa in vista della realizzazione del comune progetto di ristrutturazione degli immobili demaniali in disuso, mirato alla realizzazione di unità abitative, attività artigianali e commerciali, attività sociali, concepite in autocostruzione, bioedili, autosufficienti energeticamente a costi particolarmente sostenibili.

L’intento è quello di costituire una cooperativa che in start up (dotandosi di strumenti di finanziamento regionale, nazionale e comunitario) vuole porsi sul mercato della edilizia bioedile, del risparmio energetico, dell’autocostruzione, dando lavoro ai soggetti giovani e meno giovani in cerca di un impiego, con innovative metodologie costruttive e operative adatte anche a una percentuale di soggetti non necessariamente operanti nel campo dell’edilizia.

RIVOLGIAMO PERTANTO UN INVITO A COLORO CHE SONO INTERESSATI ALLA NOSTRA INIZIATIVA, PER UN INCONTRO CONOSCITIVO DELLA PROPOSTA.

SE POSSEDETE DELLE COMPETENZE IN CAMPO EDILE, TERMOIDRAULICO, ELETTRICO, SERRAMENTISTICO, ECC., SE SIETE DISOCCUPATI, SE SIETE DISPONIBILI A LAVORI MANUALI E NON E REPUTATE INTERESSANTE LA NOSTRA PROPOSTA, SE NECESSITATE DI UN ALLOGGIO PER VOI E LA VOSTRA FAMIGLIA, SE NECESSITATE DI UNA SEDE PER LA VOSTRA ATTIVITA’ COMMERCIALE, ARTIGIANALE O SOCIALE, E SIETE DISPONIBILI A REALIZZARLI COLLABORANDO CON NOI, SCRIVETECI PER ULTERIORI INFORMAZIONI E CONTATTI A:
[email protected]    ALLEGANDO CURRICULUM VITAE.

PER COMINCIARE,  METTIAMO SUBITO IN CAMPO LA GRANDE PROFESSIONALITA’ e KNOW HOW DI A.I.BI.M. E IL FERREO IMPEGNO SOCIALE DI Friuli Contro La Crisi.

A presto.

Renato Valusso  Coordinatore FCLC

Elvio Ermacora   Presidente A.I.BI.M.

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UNITEVI A NOI PER MIGLIORARE UDINE E IL FRIULI.

Amici di Friuli Contro La Crisi, pubblichiamo qui il video dell’ultimo intervento al TG di TelePordenone dell’11/03/15 del Coordinatore Renato Valusso, ospite di Omar Costantini.
Per chi ci segue, è già noto il progetto che abbiamo presentato assieme all’Associazione Italiana Biocostruire Mediterraneo (A.I.BI.M.) anche in TV e per chi ci scopre ora rimandiamo qui:http://friulicontrolacrisi.altervista.org/…/progetto-caser…/
CON QUESTE RIGHE VOGLIAMO INVITARE I CITTADINI CHE POSSONO ESSERE INTERESSATI E LE FORZE POLITICHE CHE VEDONO IN QUESTA INIZIATIVA DI RINNOVAMENTO SOCIALE E AMBIENTALE UNA OCCASIONE PER UNA PROPOSTA CONCRETA DA SOSTENERE, A METTERSI IN CONTATTO CON NOI.
SCRIVETECI A: [email protected]
www.youtube.com

https://www.youtube.com/watch?v=VInQNfDwv74&feature=share

HAI BISOGNO DI CASA E LAVORO? ALLORA DEVI ESSERE RIEDUCATO…

screen video sizeAmici del blog, eccovi qui un video, uscito di recente su YouTube, in cui troverete una testimonianza coraggiosa e sincera riguardo alle drammatiche “storture” che abbiamo segnalato nel post precedente a questo (v. qui) del servizio socio-assistenziale pubblico, nel nostro Paese in genere e, nella fattispecie, proprio qui a Udine.
Ascoltate, divulgate e mettetevi in contatto con noi di Friuli Contro La Crisi se ritenete di essere fra coloro che hanno subito situazioni come quella descritta nell’intervista qui riportata o se le state conoscendo.
Noi di FCLC siamo a Vostra disposizione.
Scriveteci a: [email protected]
A presto.
Renato Valusso

DISOCCUPATO E SFRATTATO? DEVI ESSERE PER FORZA ALCOLISTA, TOSSICO O ASOCIALE.

Amici di Friuli Contro la Crisi, questa volta tocchiamo un nervo scoperto del nostro sistema – se così possiamo definirlo – assistenziale.
Le molte pecche dell’ormai quasi inesistente welfare italiano sono tristemente note e in questo breve post di oggi ci occuperemo di quello che forse è uno dei lati peggiori di questa macchina burocratica lenta, inefficace, spesso perfino lesiva dei diritti del cittadino che, costretto dalla necessità, vi si accosta.
A Udine e in Friuli in genere, infatti, lo stato sociale rispecchia più o meno la situazione nazionale.
Da quando siamo presenti sul territorio, noi di FCLC siamo stati contattati spesso da cittadini che, rimasti privi di un lavoro sicuro a causa della crisi economica, si sono ritrovati in un secondo tempo a perdere anche la casa, perché impossibilitati a onorare un affitto o il mutuo; la maggior parte di essi si era rivolta speranzosa alle istituzioni pubbliche, chiedendo di essere aiutata a ritrovare un’occupazione e un alloggio per se stessi e per la propria famiglia, constatando poi che poco o nulla veniva posto in essere e che, il più delle volte, la loro comprensibile richiesta di aiuto finiva con il ritorcersi contro di loro.
Ormai conosciamo fino alla noia i racconti del modus operandi freddo, impersonale, tranne poche eccezioni, degli operatori dell’assistenza sociale, il loro modo di porsi, più simile a quello di cinici burocrati che al fare umano e comprensivo che dovrebbe contraddistinguere chi si dedica a tale compito.
Ci siamo sentiti ripetere molte volte di colloqui che finivano per sembrare degli interrogatori di polizia, del modo in cui viene sovente posta in discussione la capacità o la serietà di persone che per mesi e anni tutto hanno tentato per rioccuparsi ed evitare così l’umiliante situazione di chi si sente ormai a un passo dal baratro.
Ebbene, per molti la parte peggiore doveva ancora venire ed era quella che toccava loro al momento di incontrare e conoscere l’assistenza sociale.
A Udine, in particolare, numerosi sono i casi di chi viene finalmente indirizzato a delle comunità destinate al recupero sociale di soggetti disadattati, anziché venire semplicemente aiutato a occuparsi, per esempio, o a trovare un alloggio; ci sono stati casi di madri, rimaste senza alcun sostegno economico, che sono state “consigliate”, per risolvere almeno temporaneamente la loro situazione, di raccontare circostanze non vere o esagerate di maltrattamenti e abusi da parte di mariti e conviventi, per venire in tal modo “ammesse” in strutture protette, cui altrimenti non avrebbero potuto accedere.
Così come ad altri viene fatto capire chiaramente che conviene accettare l’etichetta di alcolista o di psicolabile per poter ricevere un minimo di aiuto.
Quante volte ci siamo sentiti riferire di frasi come questa: “Vede, Lei è depresso; in queste condizioni come fa a lavorare e a gestire una famiglia?”
Ora, che una persona che da un anno o giù di lì non lavora, non guadagna e si vede prossima a perdere la casa, possa non essere precisamente allegra è un fatto comprensibile: ma perchè insistere a tutti i costi sul fatto che un umore piuttosto tetro, frutto di una situazione più che concreta, debba essere necessariamente figlio invece di un disagio psicologico, magari preesistente, e che si deve curare con una terapia farmacologica?
Frequente anche il caso di genitori, persone normali che mai hanno trascurato la famiglia, che, dopo essersi risolti a chiedere aiuto all’assistenza sociale, devono in seguito sudare sette camicie per evitare di vedersi portare via i figli minori a causa della loro, secondo gli assistenti, “manifesta incapacità” a provvedere al loro sostentamento.
Fermo restando che, nei casi in cui esistono realmente dei presupposti per parlare di mancanza dei requisiti morali da parte dei genitori, è lecito l’affidamento del minore a persone più idonee umanamente a svolgere questo ruolo, le nostre leggi parlano chiaro: un bambino o un minore in genere non deve essere tolto alla sua famiglia SOLO sulla base della mancanza di mezzi economici della stessa.
Questi sono e restano degli ABUSI.
Tuttavia, a questo punto, viene spontaneo porsi una domanda: a vantaggio di chi va veramente tutto questo? chi guadagna, nel senso economico del termine, dal ghettizzare le persone in difficoltà, assimilandole praticamente tutte o quasi nella categoria dei disadattati sociali, quindi di coloro che sono i responsabili in primis del proprio stato di emarginazione?
E questa è una domanda a cui noi di Friuli Contro La Crisi riteniamo di poter già in parte rispondere, anche per ciò che riguarda Udine e provincia, e ci farà piacere conoscere anche l’opinione dei nostri lettori in merito a questo spinoso argomento, di cui ci impegniamo a parlare presto di nuovo e in modo approfondito sul nostro blog e dovunque ci venga concessa ospitalità.
Come sempre, per le Vostre considerazioni e le Vostre storie: scriveteci a [email protected].
A presto.

Renato  Valusso

DISOCCUPAZIONE IN FRIULI – I MILLE MESTIERI DELLA DISPERAZIONE

Cari Amici, non si può non constatare come, le rare volte che i media locali affrontano il tema della disoccupazione, una realtà drammatica e crescente anche da noi in Friuli per migliaia di persone e famiglie, difficilmente toccano un aspetto del fenomeno, che consiste nel cercare di sopperire, da parte di molti cittadini, alla mancanza o alla perdita di un lavoro stabile inventandosi delle nuove occupazioni, e, quando questo succede, riguarda solo e sempre i pochi casi in cui, vuoi per delle felici intuizioni o per pura casualità positiva, l’iniziativa ha conosciuto un esito di successo.
Mentre invece sono molti coloro i quali, pur di poter tirare avanti, si dedicano a lavori saltuari, mal pagati, a volte in “nero”, oppure quelli che danno vita a delle attività di lavoro pseudo-autonome, senza la temuta Partita IVA, che erode dei guadagni spesso assai modesti.
Ad esempio, nella sola Udine, sono ormai centinaia i “tuttofare”, che si improvvisano imbianchini, giardinieri, muratori e falegnami alla buona ma che devono fare i conti, oltre naturalmente con la presenza sul mercato di chi è più qualificato professionalmente, anche con la concorrenza, fino a pochi anni fa pressoché inesistente, di tanti altri che hanno seguito la stessa via e, non ultimo, con il crescente impoverimento del ceto medio, che si rivolge all’artigiano e al tuttofare molto meno che in passato.
Altri ancora si propongono per lo sgombero di case e cantine, effettuato a prezzi ogni giorno più bassi o perfino gratis, per poi tentare di rivendere il vecchiume così raccolto, di solito mediante i mercatini dell’usato…e se si riesce a ricavarci qualche migliaio di euro all’anno si è bravi.
Poi c’è chi si risolve ad affittare una stanza, magari in un appartamento già stipato, pur di non restare senza il becco di un quattrino, e chi fa la/il badante in cambio di vitto, alloggio e di pochi spiccioli.
Insomma, siamo alle solite: senza un intervento istituzionale seriamente orientato a rilanciare l’occupazione e l’economia sul nostro territorio, tra pochi anni per molti cittadini, segnatamente per chi non è giovanissimo o ha una professionalità non molto richiesta, calerà il buio.
E anche chi, tra di voi che state leggendo queste righe, non vive questi problemi sulla propria pelle e sta pensando che, di tutto quanto detto sopra, può bellamente infischiarsene o ritenerlo una “favola nera”, sarà meglio che si ricreda: la situazione economica del Paese, come andiamo ripetendo da tempo e i fatti ci stanno dando ragione, sta progressivamente peggiorando e presto anche tu, che sei ancora disposto a credere alle fanfaluche di chi ti parla di “ripresa” e che ti ritieni in una botte di ferro, potrai forse capire che cosa vuol dire essere sperduto nel buio.
Se invece tutti noi vogliamo un futuro diverso per noi e il nostro Friuli, non ci resta che la strada dell’impegno sociale: Friuli Contro La Crisi non è rimasto con le mani in mano, già da tempo abbiamo preparato una serie di proposte serie, articolate e realistiche per creare occupazione e per l’emergenza casa da sottoporre all’attenzione di chi ci governa ma, per poter essere ascoltati, abbiamo bisogno di non essere un gruppetto sparuto di cittadini ma quanti più possibile e ben coesi.
Per questo, ancora una volta, vi rivolgiamo il nostro appello a unirvi a noi, ad aderire e a sostenerci: aiutateci e aiutiamoci ad affrontare questo difficile periodo e a trovare nuove e migliori soluzioni per noi, per la nostra comunità, per il nostro presente e per il nostro futuro.
Quindi, scriveteci, scrivete a [email protected] e mettetevi in contatto con noi.

A presto.

Renato Valusso

TI PRENDONO A CALCI E TU NON FAI NULLA?

Amici del blog, eccoci per l’ennesima volta a confermare la drammaticità della situazione in cui si trovano sempre più famiglie e singoli cittadini a Udine e in Friuli.
“Affitto impossibile per quasi 1500 famiglie”, titola il Messaggero Veneto di martedì 5 agosto, numero riferito alla sola Udine e, come del resto rimarca lo stesso assessore ai Diritti e all’Inclusione sociale Antonella Nonino, sicuramente da correggere per difetto e, aggiungiamo noi, di parecchio. (v. qui )
Ogni modo, il concetto che vogliamo qui ribadire è lo stesso che abbiamo espresso nei precedenti post: restando isolati, non si verrà a capo di niente.
Friuli Contro la Crisi ha da tempo già pronte delle proposte da inoltrare alle istituzioni per affrontare la disoccupazione e l’emergenza abitativa sul nostro territorio ma per poterlo fare con la necessaria incisività dobbiamo essere in tanti; non possiamo credere che fra chi ci legge non ci sia un gruppo anche piuttosto cospicuo di cittadini con difficoltà di lavoro o relative a un affitto che è diventato superiore alle possibilità.
Pertanto, scriveteci, scrivete a [email protected] e unitevi a noi.
Solo se saremo in tanti, potremo essere ascoltati.

r. v.