ALLOGGI IN AUTOCOSTRUZIONE A UDINE

Friuli Contro La Crisi e l’Associazione Italiana Biocostruire Mediterraneo-Onlus, rappresentati rispettivamente dal coordinatore Renato Valusso e dal Presidente Elvio Ermacora, hanno chiesto un incontro con l’Assessore alla Pianificazione Territoriale del Comune di Udine Carlo Giacomello.
L’intento è quello di presentare alle Istituzioni una idea progetto di edilizia sostenibile in autocostruzione, mirata a rispondere all’emergenza abitativa, contenendo in modo rimarchevole i costi di costruzione e ristrutturazione.
Il coordinatore di Friuli Contro La Crisi Renato Valusso e il Presidente di A.I.BI.M. Elvio Ermacora hanno consegnato l’invito per l’Assessore Carlo Giacomello martedì 30 dicembre a Palazzo d’Aronco alle ore 10.30.
Così nell’articolo di Elena Viotto su Il Gazzettino di Udine di mercoledì 31 dicembre 2014
( v. qui. ) e nei servizi di Telepordenone e di Antenna 3 Nord Est .

Amici, noi vogliamo provare a proporre delle soluzioni pensate per la tutela dei diritti elementari delle persone e, come in questo caso, rispettose anche dell’ambiente.
Ci proviamo e, come si suol dire, se son rose fioriranno.
A presto.

r.  v.

NON RESTARE A GUARDARE, SII PROTAGONISTA.

IN QUESTO INTERVENTO, ABBIAMO VOLUTO RIBADIRE I CONCETTI GIA’ EVIDENZIATI NEL PRECEDENTE POST SUL BLOG:
FRIULI CONTRO LA CRISI CHIEDE A VOI CITTADINI FRIULANI UNA MAGGIORE PARTECIPAZIONE, UN ATTEGGIAMENTO MENO PASSIVO, PER COMBATTERE ASSIEME QUESTA CRISI ECONOMICA CRESCENTE ATTRAVERSO LE PROPOSTE CHE VOGLIAMO FARE AL MONDO DELLA POLITICA.
MUOVIAMOCI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.
PER CONTATTI: [email protected]

Friuli Contro La Crisi: il punto dopo il silenzio della Governatrice Serracchiani

Debora tv

Dopo aver atteso invano una risposta alla nostra mail da parte della governatrice Debora Serracchiani, Friuli Contro La Crisi dice la sua ai microfoni di Telepordenone. Nel video le nostre osservazioni riportate da Renato Valusso.

Un Grazie all’Informazione Onesta

articolo il Friuli

 

Ecco l’ intero articolo che riguarda Friuli Contro La Crisi apparso sul settimanale Il Friuli: http://www.ilfriuli.it/…/Un_blog_per_far…/2/129721
Un vivo ringraziamento al direttore Giovanni Bertoli e a Rossano Cattivello, autore dell’articolo.
Giovanni Coss
Mauro Decorte
Renato Valusso

FCLC tira il primo bilancio

bilancio 3 mesi

9 novembre-28 febbraio: i primi 3 mesi e mezzo di FCLC.

Facciamo oggi un primo bilancio di quello che è stato il nostro operato.

Il numero di persone che ci seguono sta aumentando di giorno in giorno; l’omertà, la vergogna, la mancanza di informazione vengono sostituite dalla consapevolezza.

Sempre più gente che vuole partecipare al nostro progetto, che vuole riconquistare i propri diritti ma soprattutto la propria dignità, cancellata da politiche errate e sconsiderate.

Si sono unite persone semplici e persone con un alto bagaglio professionale, capaci e preparate: assieme a loro, stiamo cantierando progetti semplici ma efficaci.

Insomma quello che basta per ridare fiducia e soprattutto sostentamento a quelle famiglie che ora hanno perso un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione: il LAVORO.

Noi di FCLC non siamo per l’assistenzialismo: noi siamo per la produttività. Non dobbiamo pesare su chi ancora ha un lavoro ed è già massacrato dalle tasse. Siamo per l’eguaglianza, perchè tutti abbiamo diritto ad avere una vita dignitosa.

Dei progetti, ne parleremo in forma più dettagliata nelle prossime settimane.

Noi, come spesso ripetuto su questo blog e nei media, non vogliamo fare politica né sostituirci ad essa: noi vogliamo solo essere promotori di idee fattibili che le istituzioni già esistenti ed elette democraticamente possono mettere in atto.

In questi 3 mesi abbiamo bussato alle porte di queste istituzioni: qualcuno ci ha aperto e ascoltato, qualcuno ancora non ci ha dato né risposte né segnali.

Il Comune di Udine, nella figura del primo cittadino Furio Honsell e due dei  suoi Assessori, Nonino e Giacomini, ci ha ricevuto e ascoltato.

Purtroppo le politiche economiche imposte dalla Regione e dal governo centrale e l’attuale mancanza di fondi da parte dello stesso Comune hanno reso vane le nostre prime richieste.

Niente fondi, niente progetti, ma soprattutto impossibilitati anche ad intervenire nell’emergenza casa, ormai una piaga per molte famiglie friulane.

Abbiamo bussato anche alla Presidenza della Regione FVG, ma ad oggi ancora nessuna risposta, anche dopo i nostri solleciti. Noi aspettiamo.

Ci dispiace che la figura che rappresenta qualche milione di persone, che si è offerta di ricoprire il ruolo di Presidente e rappresentante di tutti i cittadini presenti sul nostro territorio, non abbia trovato 5 minuti per risponderci.

Speriamo che Lei, Presidente Debora Serracchiani, legga questo appello e si metta in contatto con noi.

Può scriverci anche di notte, se lo desidera.

Sappiamo che è parecchio impegnata ma cerchi cortesemente di trovare quei 5 minuti.

In questi giorni ho avuto modo d’incontrare nel suo ufficio l’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Udine, la Dott.ssa Elisa Battaglia: nell’occasione ho potuto raccontare cosa fa FCLC, ottenendo un giudizio positivo sul nostro operato.

La cosa ci gratifica e ci dà la forza di andare avanti.

Noi siamo pronti a lavorare e a costruire.

A voi istituzioni il compito di esaminare i nostri progetti e, se ritenuti validi, di farli partire.

Giovanni Coss

Qui sotto riportiamo l’intervento di Renato Valusso al TG serale di Telepordenone del 26 febbraio 2014

 

UNA POSSIBILE RISPOSTA ALLA PRECARIETA’: I GRUPPI DI LAVORO AUTOGESTITI.


Amici di Friuli Contro La Crisi, bentrovati.
Dunque, dopo mesi di attività sul territorio e nel web, siamo giunti a definire con sufficiente chiarezza chi sono coloro che rappresentano la maggioranza dei cittadini friulani messi in difficoltà dalla mancanza o dalla scarsità di lavoro e di reddito, anche tenendo conto dell’ormai rappresentativo campione costituito dai nostri associati e simpatizzanti.
Diversamente da quello che si potrebbe ipotizzare di primo acchito, il lavoratore con basso profilo professionale è il meno rappresentato: la percentuale più alta riguarda invece persone con una professionalità medio-alta, non solo ex lavoratori dipendenti ma anche autonomi, e la fascia d’età più segnatamente colpita dalla crisi è quella che va dai 40 ai 55 anni.
Inoltre, spesso in Friuli la nuova povertà è donna: a Friuli Contro La Crisi si sono rivolte numerose madri di famiglia e signore single in gravi difficoltà economiche e si tratta quasi sempre di donne in possesso di una qualificazione professionale di buon livello e di un curriculum lavorativo tutt’altro che mediocre.

Quello che obiettivamente appare molto difficile da realizzare è cosa e come fare per reintrodurre nel mondo del lavoro la massa dei cittadini disoccupati o penalizzati da una eccessiva precarietà.
Fermo restando che la carenza occupazionale di questo periodo è dovuta alla scarsa richiesta, un modo per dare la possibilità di lavorare di nuovo a chi è rimasto “fermo” e al tempo stesso per evitare che delle professionalità maturate con l’esperienza vadano sprecate potrebbe essere quello di creare dei gruppi di lavoro autogestiti sul territorio, vale a dire delle piccole realtà locali in cui i lavoratori estromessi dal mercato del lavoro possano supportarsi vicendevolmente, esplicando le proprie competenze specifiche, anche molto disparate fra loro.
Un esempio pratico: accanto alla persona che può occuparsi di piccoli interventi di riparazioni domestiche possiamo avere chi svolge dei servizi di assistenza a anziani e malati e anche chi, disponendo magari di un furgone, si presta a fornire un supporto logistico ad altri del gruppo che non avrebbero altrimenti la possibilità di esercitare determinate attività o di spostarsi in modo adeguato.
Volendo intravedere in tutto questo una possibile supervisione da parte dell’apparato pubblico, si potrebbe pensare a un ruolo dei Centri per l’Impiego locali, mediante l’istituzione di una figura di funzionario delegato a monitorare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro al fine di individuare le specifiche potenzialità di ogni zona.

Naturalmente, quello sopra esposto è solo l’abbozzo di una proposta, che Friuli Contro La Crisi si impegna a sviluppare e per fare questo ci appelliamo a Voi che ci seguite, che ci leggete e che vi trovate a vivere o a conoscere da vicino delle situazioni di precarietà e di difficoltà economica che ogni giorno di più contrassegnano il periodo storico che anche la nostra regione sta attraversando.
Quindi, non esitate: scriveteci, scrivete a [email protected] e mettetevi in contatto con noi per conoscerci e confrontare le Vostre opinioni e inoltrarci i Vostri preziosi suggerimenti.
Assieme possiamo vincere, da soli siamo sconfitti in partenza.
Attendiamo sempre le Vostre mail.
A presto.

Renato Valusso

 

 

Morire per Maastricht

morire per Maastricht

Morire per Maastricht

Morire per Maastricht, il titolo di un libro che ho sempre trovato agghiacciante.

Autore Enrico Letta, allora, nel ’97, giovane rampollo democristiano, oggi premier del governo.

Accanito sostenitore dell’€uro e dell’Europa, qualcosa per lui di irrinunciabile per questo Paese.

Tanto irrinunciabile che poi per Maastricht qualcuno ci è pure morto per davvero…

Non certo l’autore del libro, nè qualche suo onorevole collega; semplici cittadini, onesti imprenditori che questa Europa ha trascinato nel baratro, nell’incertezza di un futuro che ogni giorno diventa sempre più nero.

Un’idea di un Europa unita, che sta mietendo vittime per nulla.

Non più solo lacrime e sangue, non più solo sacrifici economici: c’è chi ha dato la vita. C’è chi non ha più avuto la forza di andare avanti e ha detto basta.

Non un gesto di vigliaccheria, come molti possono pensare, ma di disperazione e rassegnazione.

Il più completo abbandono da parte dello Stato che a sua volta diventa carnefice.

Anche la nostra terra, il Friuli, ne è stata purtroppo protagonista in questo ultimo periodo: un imprenditore e un operaio ai quali è stato cancellato un futuro e non è stato fatto nulla per impedirlo.

Prendendo spunto da una frase dell’economista Borghi, ma che potrebbero pure aver pronunciato un Bagnai o un Rinaldi, o un premio Nobel come Krugman, “ creano disoccupazione per abbassare i salari”.

Appunto, CREANO….

Quindi una CRISI studiata a tavolino, voluta per distruggere, fare male, decimare il popolo che lavora, ridurlo alla fame, alla disperazione.

Un esercito di disoccupati e di partite IVA senza introiti, che ogni giorno diventa sempre più grande.

Adesso non si tratta più di essere i più bravi , ma i più forti a sopportare le ingiustizie sociali.

Settant’anni di lotte per i diritti civili, spazzate via in un decennio.

C’è chi tenta una guerra di resistenza, vincerà qualche battaglia, ma non la guerra se non avrà l’orgoglio di riprendersi ciò che gli spetta. C’è chi si attacca al suo lavoro mal retribuito senza diritti, nella paura che opponendosi perderà tutto. Ma ha già perso tutto se non reagirà. E dovrà decidere: o morire per Maastricht o essere schiavo.

Giovanni Coss

 

Cittadini friulani sfrattati, siete 3 al giorno: mettetevi in contatto con noi.

3 sfratti

Riportiamo di seguito l’articolo del Messaggero Veneto di venerdì 3 gennaio 2014; aggiungiamo solo poche parole per invitare chi ci legge, nel caso si trovi in una situazione analoga a quelle descritte, vale a dire di persone e famiglie che vengono sfrattate per morosità incolpevole, a non esitare a scriverci a [email protected].
L’emergenza sociale rappresentata dall’aumento esponenziale della disoccupazione e della conseguente perdita della casa è qualcosa che grida di essere affrontato, ci possono e ci devono essere delle soluzioni e assieme possiamo trovarle.
Vi aspettiamo.

L’articolo del M.V.: leggi qui.

2020 :DOVE CI PORTERA’ L’EUROPA

europa 2020

 

Noi di Friuli Contro La Crisi, oltre ad occuparci di disagio sociale e mala politica sul territorio, teniamo sott’occhio anche quello che la UE propone e fa.
Pubblichiamo oggi dei dati riguardanti gli obiettivi sanciti dalla UE per il 2020, e sono alquanto inquietanti.

Premettiamo che noi di FCLC non siamo euroscettici per MODA, ma sulla base di dati verificati.

Quindi leggendo questo documento che pubblichiamo di seguito, non possiamo non esprimere alcune considerazioni.
Se entrare in Europa e nell’Eurozona doveva significare migliorare la qualità della vita, oggi questo benessere promesso non lo vediamo, anzi ci ritroviamo peggio ma molto peggio di quando siamo entrati. Se poi leggiamo i dati del documento, la situazione che viene auspicata nel 2020 non sarà tanto rosea.

Lasciamo al lettore una personale analisi: noi diciamo solo che se quello è il futuro che ci aspetta, è meglio abbandonare l’Europa e tornare il nostro piccolo paese con il suo MADE IN ITALY di produzioni fatte non di quantità ma di qualità, apprezzate e invidiate in tutto il mondo.
Made in Italy distrutto da politiche sbagliate: cambio Euro Lira svantaggioso nei confronti del Marco Tedesco e austerity ingiustificata. Infatti il problema non è economico, ma politico.
Quindi anche per il Friuli Venezia Giulia sarà ancora dura venire fuori da questa crisi, anche perché la maggior parte delle piccole e medie imprese hanno già chiuso 
e le grosse multinazionali stanno prendendo la strada della delocalizzazione.

Avremo ancora più disoccupazione che si va ad aggiungere a quella già esistente. Oggi i disoccupati in regione sono 41000, più i 15000 cassaintegrati e i 18000 in mobilità. Tutto questo alla fine si traduce in un crollo della domanda sul territorio che porta alla chiusura di quelle attività commerciali che vivono proprio di quelle persone che guadagnano un salario.

Il cane che si morde la coda…

Per visionare la tabella clikka qui

Giovanni Coss

L’INVISIBILE FRANCO LINO LENARDUZZI: QUANTO HANNO FATTO SINO AD ORA LE ISTITUZIONI

l'invisibile Franco Lino Lenarduzzi

Avevamo promesso che avremmo riparlato del caso di Franco Lino Lenarduzzi e che, se ci fossero stati riscontri positivi o negativi, avremmo informato i nostri lettori.
Cos’è successo dal 29 novembre, giorno in cui abbiamo pubblicato il primo articolo sulla sua vicenda (v.qui)?
Nulla.
E dell’appello fatto dal Messaggero Veneto di domenica 8 dicembre 2013, dove si chiedeva un alloggio almeno per le festività natalizie?
Ancora nulla.

articolo uscito sul Messaggero Veneto di Domenica 8 dicembre 2013

articolo uscito sul Messaggero Veneto di Domenica 8 dicembre 2013

Sul nostro sito abbiamo avuto qualche messaggio di solidarietà, sincero e gradito, ma anche pesanti critiche nei confronti della persona di Lenarduzzi.
Non importa per queste ultime, nessun cittadino è obbligato a dare se non lo ritiene giusto.
Non condanniamo nessuno: esiste il giudizio divino…
Quello che invece ci fa veramente imbestialire, è la totale assenza di aiuti da parte di quelle istituzioni preposte ad aiutare chi si trova in difficoltà.

Né il Sindaco, né gli assistenti sociali di Manzano, hanno avanzato una proposta tale da portare via il Lenarduzzi dal bivacco sul fiume Natisone.
Anzi, non si sono fatti proprio vedere.
Gli unici che fanno pellegrinaggio al suo pseudo domicilio sono frati e uomini di Chiesa, che portano qualche parola di conforto e forse qualche bene di prima necessità.
Tutto questo però non basta a ridare dignità a una persona che, lo ricordiamo, non vuole assistenzialismo gratuito, perché lui vuole pagare la sua agognata abitazione, se si tratta di un affitto che si possa permettere.
La sua è una battaglia che noi di Friuli Contro La Crisi appoggiamo e se sarà possibile porteremo, come già scritto sul Messaggero Veneto, alla Presidenza della Regione.
Nel frattempo però Lenarduzzi continua a dormire al freddo e qualche giorno fa ha dovuto ricorrere al ricovero in ospedale per un principio di broncopolmonite.
Ma siccome il Lenarduzzi non vive nell’oro e anche quelle poche centinaia di euro che si guadagna lavorando gli servono, non avendo diritto alla cassa malattia, ha lasciato l’ospedale per tornare al lavoro.
Chi ha scritto male sul suo conto, adesso si faccia un bagno di umiltà e rifletta.

Crediamo che non serva aggiungere altro, se non un in bocca al lupo al nostro sfortunato ma combattivo amico.
A presto.
Giovanni Coss